#135 -I nuovi piani dell’International Deejay Gigolo

Ritenuta per anni la major tra le indipendenti che hanno investito tutte le proprie risorse nella musica elettronica, l’International Deejay Gigolo si appresta ad iniziare il nuovo anno nella migliore delle maniere. Il 2007, che tra l’altro segna il decennale di attività per l’etichetta di Dj Hell, si apre con il #201, riedizione di “Dominator” degli Human Resource, un classico della rave-techno dei primi anni novanta. A mettere le mani sul cult (riapparso frequentemente nel corso degli ultimi anni in innumerevoli remix) è proprio Dj Hell che ne realizza una versione intitolata un pò presuntuosamente ‘Is Hell The One And Only Dominator ?’. A seguire arriverà “Jack Your Ass” dell’inedita coppia Dj Rok & Mijk Van Dijk che rivolge la sua attenzione alla jackin’ house per portare il gusto dell’old-school nella future-school. Rimanendo a parlare di singoli a fine febbraio uscirà anche “Just Like Another Bad Film E.p.” di Herman Schwartz, nuovo producer nativo di Kiel (Germania) pronto con due tracce che pagano l’ispirazione alle colonne sonore di John Carpenter (“Escape From 13th Precint”) e Vangelis (“Blade Runner”). Interessanti progetti riguardano anche le pubblicazioni in cd: tra pochi giorni verrà messa in vendita la “The Box Collection No. 2”, un prezioso cofanetto di 6 cd’s che racchiude le tracce migliori pubblicate tra il 2001 e il 2003, essenziali per coloro che si sono avventurati solo recentemente nel variopinto mondo Gigolo. A metà febbraio arriverà anche il terzo volume di “American Gigolo” che, dopo il canadese Tiga e l’equadoriano Abe Duque, viene affidato alla bella Princess Superstar. Bisognerà attendere il mese di marzo infine per poter stringere tra le mani l'”International Deejay Gigolo 10″, raccolta che si manifesterà come di consueto in doppio cd e presenterà il meglio delle recenti produzioni oltre ad una lunga parata di unreleased tracks che usciranno durante il 2007. A caratterizzare questo decimo appuntamento sono senza ombra di dubbio nomi nuovi che prendono il posto della vecchia scuderia ormai praticamente rinnovata in tutto e per tutto. Così ci si imbatte in pezzi di Kikumoto Allstars, Outlander, Lady B, Evol, Paul Chambers, Voltique, Felizol, Moonbeam, Jamie Anderson & Jesse Rose, Inge Neuss, Igors Vorobjovs, Rebecca Von Kalinowsky, Arbotique ed altri ancora candidati a divenire le star del domani.

-A Brand “Hammerhead” (Super): già noto per programmazioni radiofoniche sparse per l’Europa, il pezzo della band belga riappare su Super (sublabel di Lowlands) grazie ad una manciata di remix. Il primo è quello di CJ Bolland che rinnova la sua techno a favore di una sperimentazione vissuta all’interno dell’electro-punk-rock-pop dall’ascolto piacevole. L’effetto ricorda spiccatamente lo stile francese Kitsuné pronto ad interfacciare le misure quaternarie della dance con la spregiudicatezza del punk-rock. Sul lato b trovano spazio le versioni (Vocal e Dub) di Cass & Mangan che ricreano l’effetto electro-house dal gusto attualissimo sforando un pò nelle tipiche costruzioni commercia(bi)li capaci di prender posto nelle charts mettendo all’angolo i vecchi pezzi dance di largo consumo.

-Tomboy “Seriøs” -the sampler- (Gomma): uscirà a giorni questo 12″ atto ad anticipare la pubblicazione del primo album da solista di Tomas Barfod. Il batterista danese, già noto per aver preso parte al gruppo WhoMadeWho, dimostra di essere davvero geniale sfoderando delle trovate tanto estrose da guadagnarsi immediatamente la citazione sui magazines più importanti del continente. Per spianare la strada che a marzo vedrà l’arrivo del full-lenght omonimo la Gomma sceglie pezzi come “Baffioso” (costruita su giocosi saltelli di ritmo forato da un forte digital-funk), “Synchronize” (generato dalla passione per i suoni anni settanta ancorati ai ritmi dei novanta), “Something” (un viaggio cosmico sulla falsariga di Lindstrøm e Prins Thomas) e “Swan”, rievocazione del disco-funk celebrata da maliziosi picked-bass. E’ forse questo il sound che rivoluzionerà il mercato dopo i beats chimici dei Chemical Brothers e la techno-house dei Daft Punk ?

-Jeremy P Caulfield “Detached Works” (Dub-Unit): da sempre attirato da una gamma di rumori digitali e singolari oscillazioni, il dj di Toronto scolpisce una sorta di nuova techno attraverso la sua Dumb-Unit interamente rivolta ad un ipnotismo oscuro e graffiante. E’ questa la via seguita da “Detached Works”, icona di stile moderno che proviene dalla techno sganciata dalle alte velocità e soprattutto dalle stesure tipiche della canzone che si seguivano sino a pochi anni fa. Il cd 1 mostra le releases più recenti della label (Sweet’n Candy, Butane, BVoice & KHZ, Alejandro Vivanco e gli italianissimi Tuane & Nuel) mentre nel 2 prende forma un mix-set che oscilla ancora su strane frequenze, basi scricchiolanti, ambientazioni liquide e gassose, saturazioni e concatenazioni macchinose importate da artisti come Jorge Savoretti, Italo Boys feat. James What, Barem, Seth Troxler, Matt Star, Franco Cinelli, Shonky, Axel Bartsch e molti altri ancora.

-Jupiter Black “We Like Moroder” -the remixes- (Clone): conosciuto durante il passato autunno l’emergente duo di Düsseldorf si ripresenta su Clone con due remix freschi di stampa. Quello di Kai Lüdeling alias Divider (noto anche come Keen K) che avevamo già assaporato nella raccolta “ReCloned”, viaggia su cavalcate disco un pò melanconiche che addolciscono lievemente la versione originale. Fondamentali sono tastiere e bassline (chiaramente d’estrazione moroderiana e non poteva essere altrimenti visto il titolo) che convergono in una traccia che farà felici gli amanti dell’electro-disco. Trovo più ammiccante però la versione di Starcluster che, tastando un territorio ritmico vintage, si rifà ad una fluida combinazione tra Legowelt, Alden Tyrell e il DMX Krew più melodico. Pollice decisamente in su per questo imminente Clone.

-Pinktronix “Submission” (Irma Elettrica): estrapolato dal recente “Right On Delay”, “Submission” è un bel pezzo electro-pop intarsiato dalla graffiante voce di Lorenzo Montanà (già producer per l’agitata e peperina Tying Tiffany). Al primo ascolto viene subito da pensare al crossover tra due mondi sempre più spesso vicini (quello del club e del pop) reso vivo da un basso tubato alla Stonebridge. Più incisivo per quel che concerne il ritmo è il remix del finlandese Sasse mentre calato nella moda dell’electro-house è quello dei newcomers Kando e Rudeejay. “Submission” dimostra che i Pinktronix non vogliono inseguire passivamente le fogge passeggere ma cercare uno stile identificativo che possa elevarli dal dilagante piattume.

-Chris Liebing “Live @ Womb” (CLR): registrato il 2 giugno 2006 presso il noto locale nipponico, il set di Chris Liebing viene inciso ora anche su cd. Il dj di Francoforte non rinnega il suo stile del passato (è lui l’inventore della dicitura ‘hot-schranz’) sebbene a venirne fuori è un numero di bpm più contenuto rispetto agli indiavolati appuntamenti marchiati Stigmata. Il tutto viene ricreato attraverso i software (che Liebing utilizza da anni per i suoi acts in giro per il mondo) pronti a rendere quasi irriconoscibili pezzi di Rekorder, Paul Woolford, Tadeo, Peace Division, Alex Under e Modeselektor. L’impennata fiammante arriva sul finale quando il pubblico dagli occhi a mandorla ballando i remix che Liebing realizza per “Plutonium” di Cave, “Tresor West” di The Advent e l’ormai popolare “Sweatbox” dei Motor.

-Mathias Schaffhäuser “RE:2 -Selected Remixes vol. 2” (MultiColor Recordings): a quattro anni dal primo volume (esaltato da Tobias Thomas attraverso le pagine di Spex) la MultiColor torna a credere nella raccolta di remixes firmata da Mathias ‘mr. Ware’ Schaffhäuser. In questa occasione il dj-producer tedesco, adorato nel mondo per i suoi virtuosismi vissuti sempre all’interno del minimal sin da quando non era una tendenza, sfodera versioni per Pan-Pot, Stefan Tretau, Dapayk & Padberg, Novox, Misc., Laub ed altri. Una conferma (di cui comunque non aveva bisogno) per l’artista di Colonia.

-Sistars “Inspirations/My Music” (Compost): già note nell’Europa dell’Est, le sorelle Natalia e Paulina Przybysz sono reduci dell’incoronazione da parte della critica polacca nonchè della vittoria come best-act per MTV Music grazie all’album “Aeiou” che miscelava al suo interno funk, disco, jazz, soul, r’n’b, hip-hop ed house. Sono proprio queste le direttive dei due pezzi ripubblicati dalla Compost di Michael Reinboth che ha voluto accostare ai remixes degli Innocent Sorcerers. Il duo di Varsavia realizza un viaggio che rimane comunque in balia delle onde r’n’b e jazzy ma con qualche colpo di groove in più che rende il tutto più intrigante e colorito.

-Proxy “Destroy E.p.” (Turbo): arriva dalla Russia il protagonista del Turbo #035 da pochi giorni immesso sul mercato. Per l’occasione Tiga si lascia affascinare e conquistare da un pezzo che gravita intorno ad uno storico sample ‘prelevato’ da un classico della rave-techno anni novanta. Il cosiddetto ‘zanzarismo’ ora trova la giusta maniera per essere centrifugato a suoni e beats attuali che manderanno in visibilio il pubblico europeo. Un disco che vi servirà per buttare giù le mura del locale in cui state suonando.

-Trippy Disco “What I Did On My Summer Holiday” (Radius): l’autore di questo Radius #010 è l’irlandese Niall O’ Conghaile che divide solo il nome d’arte con l’omonimo producer tedesco considerato il pioniere del drum’n’bass (Sascha Dürk). “Miami Playa” schiera in prima linea una strumentazione vintage con tanto di polvere negli hihats che seghettano un basso barcollante e lampeggiamenti funk. Quando entra la parte vocale poi il gusto si stabilizza su una sorta di italo-balearic-pop dalle perfette venature moroderiane. Il lato b, dove sono incise “Mote I Verdensrommet” e “Frankfurt In Fifteen”, rammenta lo stile dei primi Crème (un incrocio tra house e disco) abbinato ad un’atmosfera spaziale pronta a bussare la porta degli amanti del sound alla Lindstrøm. Italo non italiana alla riscossa.

-Blatta & Inesha “Mad In Sicily” (Mantra Breaks): ispirata dall’omonima serata mensile che durante l’estate ha infiammato Catania e tutta la Sicilia, la raccolta “Mad In Sicily” lega electro e breaks come accade da tempo nelle produzioni di questo duo entrato nelle grazie di Annie Nightingale (BBC 1). Tra inediti (“Do It At The Peepshow”, “Bass On Her Face”), sagaci collaborazioni (Madox & John Acquaviva), particolarità (un mash-up di Afrika Bambaataa) ed anteprime (“In Between” di Oliver Koletzki) i due creativi lasciano passare anche scie acide, progressive e new-techno. A completare il programma è un booklet fotografico che immortala i momenti più caldi della stagione marchiata “Mad In Sicily” vissuta all’interno delle sonorità electro e breakbeat raggiunte da altri preziosi ingredienti come funk, hip-hop, chitarre scordate, bagliori techno ed un pizzico di folklore siculo che rende il tutto ancor più intrigante.

-Damero “Happy In Grey” (BPitch Control): nato un pò per gioco, “Happy In Grey” introduce nel mondo discografico una persona che gli addetti ai lavori conoscono già bene. Trattasi infatti di Marit Posch, promoter per la label di Ellen Allien, che rivela subito un consistente legame coi suoni astratti ed incorporei che potrebbero essere paragonati, senza timore, a quelli di Barbara Morgenstern. Ritmiche fluttuanti, escoriazioni experimental-pop, musica romantica fatta da sonate acustiche: queste le linee direttive della Posch che, almeno in un paio d’occasioni (“Right Wrong” e “Things Gone”) prende spunto dai pezzi dark e graffianti della Allien. Immacolata sensibilità artistica per la tedesca, autrice di un sogno musicale sepolto sotto qualche centimetro di candida neve.

-Basic “Theory Of Hype” (YoYo): tutt’altro che basica la musica del duo israeliano formato da Benny Risher e Shahar Fahima. Come accade ormai nel 90% delle releases provenienti dalla nazione mediorientale anche questa è fondata sullo stile psy-trance che tende ad annodare la trance melodica a basi ritmiche serrate tipiche di una certa techno che, almeno dalle nostre parti, davvero in pochi producono ancora. I due dj-producers fondono in modo perfetto l’energia dei 140 bpm alle melodie inaugurando nel migliore dei modi l’annata 2007 che per Bne (‘mamma’ di YoYo) pare sia quella della consacrazione definitiva visto il rapido diffondersi dei suoi prodotti al di fuori dei confini patri da sin troppo tempo citati, purtroppo, solo in tristi notiziari di cronaca.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

Giosuè Impellizzeri

Giornalista musicale, consulente per eventi, reporter per festival internazionali, produttore discografico, A&R e promoter per una label, autore della colonna sonora di un videogame, autore di un libro dedicato alla Dance anni Novanta, selezionatore e redattore di shows radiofonici, Dottore in Beni Culturali: tutto in uno. Giosuè Impellizzeri da un lato, DJ Gio MC-505 dall'altro. Le prime recensioni appaiono su una fanzine, nel 1996. Dopo quattro anni inizia il viaggio che si sviluppa su testate cartacee e sul web (TheDanceWeb, Cubase, Trend Discotec, DiscoiD, Radio Italia Network, TechnoDisco, Jay Culture, Soundz, Disc-Jockey.it, Basebog, La Nuit, Jocks Mag, AmPm Magazine). Ogni anno dà vita ad oltre seicento pubblicazioni, tra articoli, recensioni ed interviste realizzate in ogni angolo del pianeta. Tutto ciò gli vale la nomina, da parte di altri esponenti del settore, di 'techno giornalista', rientrando tra i pionieri italiani del giornalismo musicale sul web. Nel 2002 fa ingresso nel circolo dei DJs che si esibiscono in Orgasmatron, contenitore musicale di Radio Italia Network, proponendo per primo in un network italiano appartenente alla fascia del mainstream un certo tipo di Electro, imparentata con la Disco, il Synth Pop e la Techno. Nel medesimo periodo conduce, per la stessa emittente e in particolare per il programma di Tony H e Lady Helena, la rubrica TGH in veste di inviato speciale alla ricerca di novità musicali provenienti da tutto il mondo. Per quel che concerne la sfera della produzione discografica, dopo le demo tracks realizzate nella seconda metà degli anni Novanta, incide il primo EP tra 2001 e 2002, "Android's Society", che contiene "Commodore Generation", remixata dai finlandesi Ural 13 Diktators, finita nella top-ten dei più suonati sulle passerelle di moda milanesi e supportata da nomi importanti tra cui Tampopo, David Carretta, Vitalic, Capri, DJ Hell e Romina Cohn. La storia continua con altre esperienze, vissute prima tra le mura della H*Plus di Tony H ("Tameshi Wari EP" e "Superstar Heroes EP") e poi tra le fila delle tedesche Vokuhila ("Engel Und Teufel EP", con "El Diablero" remixato dagli Hong Kong Counterfeit e Maxx Klaxon), 38db Tonsportgruppe ("Borneo EP", col remix Electro Disco di Chris Kalera) e della slovena Fargo (col rombante "Technomotor EP"). Dal 2005 al 2008 affianca Francesco Passantino e Francesco Zappalà nella conduzione della Tractorecords e della Laboraudio, digital-label concepita come laboratorio di musica finalizzata alla valorizzazione di artisti appartenenti al sottobosco creativo. Poi collabora col bolognese Wawashi DJ (oggi nel chiacchierato progetto Hard Ton) per "Gary Gay", si lascia remixare dallo svedese Joel 'Jor-El' Alter ("Stroboscopic Life"), partecipa al "The Church Of Pippi Langstrumpf" su Dischi Bellini e viene invitato dall'etichetta berlinese Das Drehmoment a prendere parte al progetto "Rückwärts Im Uhrzeigersinn" insieme ad altri artisti di spessore internazionale tra cui Kalson, Replicant, Makina Girgir, Starcluster e Polygamy Boys. Nel 2010, dopo nuove esperienze discografiche ("Gaucho", su Disco Volante Recordings, coi remix di Gabe Catanzaro, Hard Ton, Valyom & Karada, Midnight Express e Bangkok Impact, e "The World In A Pocket EP", su Prodamkey/Analog Dust, avvalorato dalle versioni di -=UHU=-, Alek Stark, Downrocks, Snuff Crew, Gesloten Cirkel e Metacid), diventa free lance per DJ Mag Italia, versione italiana della celeberrima testata editoriale inglese dedicata alla musica elettronica e alla DJculture. In parallelo fonda, con l'amico Mr. Technium, la Sauroid, etichetta che si propone come punto di raccordo e diffusione di diversi stili tra cui Acid House, Italo Disco, Electro, Nu Rave e Chiptune.

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