Considerato uno dei nomi storici dell’elettronica italiana, Francesco Zappalà si appresta a celebrare il suo compleanno e, parallelamente, i venti anni di carriera all’interno del mondo della musica. Idolatrato grazie alla passione e al carisma che da sempre infonde nel suo lavoro, il dj siculo di nascita ma capitolino d’adozione è considerato un vero fenomeno soprattutto se si pensa ai leggendari successi raccolti ai campionati mondiali del DMC che gli offrirono la giusta occasione per mostrare una tecnica invidiabile mai andata scolorendosi nonostante l’incessante trascorrere degli anni. Il dj-producer, che sta per varcare la soglia dei quaranta, è ormai un personaggio di riferimento nel panorama elettronico italico e non solo visto che nel suo curriculum figurano esibizioni presso clubs come il Pacha e l’Amnesia di Ibiza nonchè una ricca serie di apparizioni in discoteche inglesi, svizzere ed addirittura americane e venezuelane. Partendo dalla techno-rave dei primi anni novanta esternata in progetti come Net Runner ed R.F.T.R. si passa all’hypno-trance di Shadow Dancers e Virtual Age transitando per hits consacrate a livello internazionale come “I Need You”, “We Gotta Do It” e “No Way Out” e finendo al progetto Tractorecords (che Zappalà porta avanti assieme agli amici Francesco Passantino e Giosuè Impellizzeri aka Dj Gio MC-505) che riguarda l’evoluzione della musica dance elettronica vissuta all’interno delle sue moderne sfaccettature. Sarà proprio sotto il nome Tractor che il dj festeggerà i venti anni d’amore per la musica elettronica in due date ormai ufficiali: appuntamento venerdì 19 gennaio al Cafe Atlantique di Milano e sabato 20 all’Eden Club di Parma. In entrambe le occasioni, decretate come showcase di Tractorecords e fondate su un curioso mix tra dj-set e live-act, si potranno ascoltare alcune delle nuove produzioni che il team della label del trattore sta per lanciare attraverso una serie di nuove uscite discografiche. Auguri.
-Tom Middleton “The Trip 2” (Family Recordings): Middleton torna a compilare “The Trip” che si configura come il nuovo standard delle compilations intese non più come raccolte dei pezzi più forti del momento ma come vera retrospettiva della musica in generale. Le tracce scelte dall’inglese ed incastonate nei due cd’s si legano in un fraterno abbraccio ed invitano l’ascoltatore ad avventurarsi in un viaggio privo di barriere in cui ce n’è davvero per tutti i gusti. A testimonianza di ciò il mix fluido che passa da Laurie Johnson ai Moonbootica, da Simon Grey ai Jungle Brothers, dagli Earth, Wind & Fire agli Air sino ad Eric B. & Rakim, Simian, Boards Of Canada, Stereo MC’s, Goldfrapp, Cicada, Emiliana Torrini, Jakatta, The Orb, Tangerine Dream e molti altri ancora.
-Pauli vs Tyrell “Little” (Clone): estrapolata dalla raccolta “Box Jams” pubblicata oltre un anno fa (autunno 2005) “Little” si ripresenta nella versione del bravo SYD che punta al riassestamento delle armonie moroderiane derivate dal classico accostamento tra basslines, strings e patterns ritmici. Il rework del producer francese offre l’occasione per pubblicare altre due tracce del duo olandese: “Weird” , che si colloca in posizione mediana tra italo ed hi-nrg (ricordate i finnici Ural 13 Diktators ?) e la più sempliciotta “Hydra” con strutture vintage ed un basso in levare di cui però avremmo potuto fare volentieri a meno.
-Wollion “Master Of Puppets” (BluFin): una manciata di releases hanno permesso a questo giovane produttore tedesco di valicare i confini patri ed imporsi nel grande e variegato mercato discografico continentale. Ad aiutarlo i singoli “Inside Of You” (insieme a Jean Phillips) e il più fortunato “Monster” (prodotto con l’amico Tobias Lützenkirchen) ai quali fa ora seguito una traccia che fa leva sui suoni dell’electro-house dal gusto Get Physical dettato da suoni squadrati, pizzicate metalliche e loops ritmici stretti inesorabilmente intorno ai 4/4. “Detention” riflette flash alla Huntemann con basslines schiacciati da ritmiche basiche, hihats in evidenza e suonini da videogames arcade. La stessa si ripresenta nel remix curato da Cass + Mangan che tendono a minimalizzare i grooves incidendoli con venature jazzy e bassi dark.
-Damian Lazarus “Crosstown Rebels 01” (Crosstown Rebels): divenuto un passaggio obbligato per la gran parte delle labels operative al giorno d’oggi, la label compilation di Crosstown Rebels racchiude il mix tra techno ed house reimpastato col minimal tirato fuori dagli armadi che oggi trova tanti consensi tra i giovanissimi. Interpellati sono artisti come Presslaboys, 3 Channels, Matt Tolfrey & Craig Sylvester, Frankie Flowerz, Kiki & Silversurfer, Black Strobe, Pier Bucci, Jennifer Cardini, Hiem, Andre Kraml e molti altri tra cui anche Minilogue e Mlle Caro & Frank Garcia con due inediti. Il minimal ha definitivamente conquistato anche l’Inghilterra e questo cd ne è un segno tangibile.
-Mandroid “Futurefunk” (Dominance Electricity): metà uomo e metà macchina, l’inglese Adrian D. Rataj ritorna su Dominance Electricity con uno spettacolare e.p. che non risparmia la nostalgia per la breakdance, per le colonne sonore di John Carpenter, per l’electrofunk di Herbie Hancock e Paul Hardcastle e per l’electropop di Yazoo. La musica e la dimensione artistica di Mandroid rimanda ai vecchi film di fantascienza (“Jupitor”) e alle tipiche costruzioni vintage che prendono l’energia da articolati disegni di basso e stimolanti leads atti a rammentare le fantasticherie di Donald o del primo Legowelt (“Population Overdrive”, “Beyond Space Beyond Life”). Una cornice più oscura ed irrequieta racchiude i suoni di “Ikon Symbol” alla quale fanno seguito le disinvolte stesure electrorobotiche di “Sinister Overtones” e “New Wave Freaks” tra le quali s’affrontano anche rimandi pop abilmente incastrati in suggestive atmosfere metalliche. A completamento di tutto vi è l’artwork ad opera di Falk Klemm e il vinile azzurro che si aggiudicherà solo chi comprerà una delle prime cento copie uscite dalla stamperia.
-Sally Shapiro “Disco Romance” (Diskokaine): prodotto con la complicità di Johan Agebjörn, Roger Gunnarsson ed Erik Van Den Broek, “Disco Romance” è il full-lenght di debutto per la bionda svedese che si prefigge lo scopo di rilanciare l’italo-disco. Già conosciuta attraverso una manciata di singoli (l’ultimo, “Anorak Christmas” uscito giusto qualche settimana fa), la Shapiro forgia melodie e romantiche armonie che, posate sui canonici 4/4, scandiscono i rintocchi della musica anni ottanta. Il progetto è consigliato ai nostalgici del sound alla Kano, Gazebo, Den Harrow, Valerie Dore, ‘Lectric Workers, Scotch, Miko Mission, Novecento ed altri innumerevoli esempi estrapolati dall’immensa discografia di quattro lustri addietro.
-Kuniyuki Takahashi “We Are Together” (Mule Musiq): nato nell’incontaminata isola di Hokkaido, Takahashi è alfiere di uno stile nel quale convivono jazz ed elettronica, combo che porta una sana ventata d’aria fresca in un mercato discografico spesso insipido e povero di idee. Sono le percussioni il comune denominatore delle nove tracce che compongono il fitto mosaico di Takahashi ove si combinano, in modo quasi fiabesco, il jazz col dub e l’afro con l’electronica spianando la strada per un nuovo genere musicale, un pò esotico e piuttosto vicino al ramo chilly. Non manca nemmeno la disco e il funk grazie alla superba “Moonlight” che fa di “We Are Together” uno dei migliori lavori di paternità orientale usciti dell’ultimo periodo.
-Thabo “Take Root E.p.” (Drumpoet Community): nonostante sia la sua prima produzione il misterioso Thabo dimostra di saperci fare rimaneggiando i fluenti grooves di Detroit per incastrarli a dovere in avvolgenti strings un pò cinematiche e pronte a donare un’irresistibile euforia deep. Ascoltado “Barcelona” si fronteggia con una miscela deep-house/electro tangente l’estetica di Dessous e delle produzioni del bravo Phonique. Pur non dimenticando le esigenze della dancefloor il disco riesce a donare quel tocco di personalità che oggi è più che benvenuto.
-Franz & Shape “Maximum Joy” (Relish): è questo il singolo che anticipa il tanto atteso full-lenght previsto per la fine del mese. A scandire la prospettiva electro-techno del duo romagnolo è la potente voce di Dirk ‘Da Davo’ Timmermans, storico leader dei The Neon Judgement riapparso da poco sul mercato nel progetto solista Neon Electronics. L’effetto si fa presto possente e rombante tanto da scardinare porte blindate e frantumare vetri corazzati. Oltre ad una massiccia Dub presenziano anche due remix: quello del francese Yuksek abbraccia sonorità techno-house-rave mentre il capitolino Francisco continua a parlare la lingua di Pigna attraverso parti ritmiche mischiate alle percussioni, un basso spezzato ed incastrato geometricamente negli arrangiamenti di stampo disco e vocals frammentati.
-Marsmobil “Mangia Amore/Supersonic Mind” -remixes- (Compost): il suo “Minx” è stato nominato come miglior album del 2006 dalla critica tedesca mentre l’estiva “Munich Loves You” ha fatto da colonna sonora ai Mondiali di Calcio che gli italiani ricorderanno sempre con piacere. Lui si chiama Roberto Di Gioia e, per il suo progetto Marsmobil (per cui si lascia aiutare anche da Peter Kruder e Christian Prommer) s’intravedono già nuove conquiste accompagnate da questo remix-package. “Mangia Amore” viene riletto da Makossa & Megablast in una versione a metà strada tra funk e disco mentre Mr.Urbs ricorre a flauti per ornare la voce sibillina di Martine Rojinas. Alif Tree è interpellato per rimaneggiare “Supersonic Mind” e lo fa attraverso una riedizione che ha il sapore technoide e minimale avvolta da suadenti pads ed incatenata ad un ritmo sinuoso ed espressivo. Chiude l’Original, un pop funk scandito ancora dai ritmi dance sicuramente amati da Marsmobil che riesce a mischiare il feeling anni settanta con la staordinarietà attuale tipica di bands come Air e i dispersi Propellerheads.
-Post Industrial Boys “Trauma” (Max.Ernst): a tre anni dal suo esordio, la label di Thomas Brinkmann (che rileva il nome dal famoso pittore tedesco divenuto uno dei grandi protagonisti del movimento surrealista) torna a scommettere sull’abstract-pop di George Dzodzuashvili. L’autore della Georgia (ex U.R.S.S.) si lascia ispirare da un certo surrealismo compositivo forgiato sull’alchimia tra dub, ambient ed abstract irrorato da una lieve presenza di pop. Tra le venti tracce (!) presenti anche collaborazioni con Nika ‘Erast’ Machaidze che narrano storie della società umana attraverso un suono che sorpassa bene il più dozzinario easy listenings.
Electric greetz