Con “Altroverso Volume 2.0” si prosegue il discorso (iniziato durante il passato inverno) delle compilation mixate da Misk che seleziona le tracks del momento estrapolate dal vasto panorama della musica elettronica underground. A caratterizzare questo volume 2 sono ben diciotto tracce compresse in una sequenza unica che prende avvio con le melodie di Ellen Allien & Apparat e che poi s’evolve in un corposo vortice di basse frequenze e suoni intensi per raggiungere i dinamici ritmi di Pablo Akaros e Cosmic Sandwich. A fornire colore e grinta sono pezzi come “Horizons” di Sebo K, “Extruder” di Theodor Zox, “The Cloudpainter” di Robert Babicz (un tempo noto come Rob Acid), “Mexicanische Wurfelbude” di Oscar, “37°” di Huntemann (estratto dall’album su Gigolo/Confused), “Icon” di Francesco Passantino ed “Ambition Buddy” di Tim Paris. Nel mix-cd presenziano anche alcune tracce non ancora pubblicate ufficialmente come “Teen Years” dei brasiliani Digitaria (il remix è marchiato Zoo Brazil), “Coufault” di Novox (a breve su Ware, l’etichetta di Mathias Schaffäuser) e “Copy Cat” di Tomas Andersson, in dirittura d’arrivo sull’agguerrita BPitch Control della già citata Allien. La selezione, come già accaduto in precedenza, è frutto di una live-jam su giradischi e mixer, bypassando ogni tipo di elaborazione digitale. Il cd, disponibile da martedì 4 aprile, è un progetto a completo sostegno di Radio Onda Rossa, l’emittente romana che dal 1998 ospita nel suo palinsesto il programma “Altroverso” che supporta in modo significativo la scena della musica underground. “Altroverso vol. 2.0”: il fedele compagno della primavera che ci ha portato un piacevole tepore e mille sgargianti colori.
-Aa.Vv. “Get Physical vol. 2” (Get Physical Music): a due anni esatti dalla pubblicazione del primo, Get Physical rilascia il secondo volume della collection che fotografa lo stile col quale i fondatori (M.A.N.D.Y., Dj T. e Booka Shade) sono riusciti ad esporsi a livello internazionale. Si parla di electro-house, filone che miscela le ritmiche simmetriche della house strumentale con la spudoratezza dell’electro dalla quale s’importano i movimentati basslines e i suoni plastici. 23 le tracce (tra cui le hits più recenti ed alcuni unreleased) per un cd, selezionato e mixato dai già citati M.A.N.D.Y., che non potrà che confermare la presenza di questa label sul mercato europeo che ormai sforna dischi ad una frequenza paragonabile a quella di una catena di montaggio.
-Sean Quinn & Andy Page “SQAP” (Therapy Music): #004 per la giovane Therapy che negli ultimi mesi è stata in grado di raccogliere vasti consensi in terra inglese. Con “SQAP” (già inserito da Dave Seaman nella recentissima “Renaissance 7”) i risultati non tarderanno certamente ad arrivare: la Bent mix è perfetta con un tiro progressive incastonato in bassi dark ed apparizioni acid mentre la Broken mix segue, prevedibilmente, il movimento del break (senti Fingerlickin’, Marine Parade etc etc). A chiudere il reprise di Habersham, più vicina all’electro tedesca rinchiusa in recinti dub.
-Sasse “Nightstarter 3” (Mood Music): fondata in sordina a Turku nel 1996, la Mood Music di Klas ‘Sasse’ Lindblad è ormai una delle labels più seguite d’Europa grazie alla coerenza stilistica che l’ha sempre tenuta agganciata stabilmente al territorio underground. In questa raccolta si fa il punto della situazione attraverso dieci tracce estrapolate dal più recente catalogo (Star You Star Me, Dan Berkson, Nick Chacona, Spirit Catcher, Dave DK ed altri) che tengono saldata la label ai vertici delle charts europee. Un successo meritato per il finnico ormai trapiantato a Berlino.
-Dj Zè Mig. L “U-Nick E.p.” (Minimalistix): tra i più accreditati esponenti della techno portoghese, Josè Miguel Efigenio Da Silva aka Dj Zè Mig. L si fa risentire attraverso la belga Minimalistix che rompe un pò il clichè al quale ci aveva abituato. Con la scabrosa “Hardcox” è un groove spinto a farsi avanti tra curiose parti vocali che riportano ad una techno perduta mentre “Fresh” frantuma una funk-techno piuttosto rumorosa e pressante. Il lato b cambia indirizzo e si getta a capofitto in un’electro particolare fatta da suoni da rave ed impronte deep. “U-Nick” e “Stu & Brew” infatti paiono essere nate dalla scomposizione ritmica della classica techno, ora avvolta in metriche sincopate.
-Audiofly feat. Priscilla “Circles” (Adrift Records): decisamente spiazzante questo pezzo di Audiofly, recentemente apparso sulla berlinese Mood Music in compagnia di Stuart Geddes col quale forma il progetto Rekleiner. L’Original propone una vena progressive-house spruzzata opportunamente con del dark e con del pop che la rende terribilmente contagiosa. Quasi interamente strumentale è la Kinetik Dub, sul lato opposto, con la quale l’autore preferisce esportare dal suo sequencer segmenti geometrici e plastici.
-Isolée “Western Store” (Playhouse): il tedesco (ma cresciuto in Algeria) Rajko Müller si lascia affiancare dall’amico Jörn Elling Wuttke (quello degli Alter Ego) per compilare il suo ‘the best of’. La ricerca trova risultati nel ricco catalogo Playhouse dal quale vengono estrapolati dodici tracce (pubblicate dal 1997 al 2003) atte a rappresentare quell’house deformata e trasformata dai suoni glaciali dei synths, intrisa in una strana formula magica che porta all’emersione di una certa afro-progressive. Sperimentalista quanto basta per differenziarsi dalla miriade di pezzi attualmente in circolazione, “Western Store” è il lavoro da sottoporre a tutti coloro che credono che il ‘minimal’ sia un genere nato soltanto da pochi mesi.
-Danilo Vigorito “Show” (IO Minimal Muzik): dopo Intelligence che guardava all’electro-house Vigorito s’inventa un’altra label da affiancare alla storica Orion: è la IO, acronimo di Inside Orion, che batterà la strada del sound ‘minimale’. Dalla classica techno alla quale ci aveva abituato il partenopeo rileva la ciclità dei movimenti, l’andatura loopy, gli incastri ritmici e svirgolate di deep-chords, tutti elementi che si ritrovano in “‘Nd Mirror”. In “Believe” invece gioca con beats ancor più geometrici nei quali i bassi segnano il tempo e i pads paiono sorvolare la stesura come aerei da ricognizione. E così la minimal contagia anche Napoli.
-Miss Kittin “A Bugged Out” (Resist Music): su Caroline Hervé, meglio nota come Miss Kittin, si è già detto tutto. Un tempo definita la ‘reginetta dell’electroclash’, la francesina tutto pepe di Grenoble ricostruisce un’ipotetica giornata da trascorrere in compagnia della musica elettronica: nel ‘Perfect Day’ si slancia con un sound electro, dalle venature deep e dall’incedere romantico (Si Begg, Monolake, Baby Ford, Jay Haze, Villalobos, Le Car) mentre nel ‘Perfect Night’ si scatena su ritmi di Awesome 3, Milanese, Modeselektor, Fixmer/McCarthy, Misc, Adam Beyer, Acrosome, Squarepusher, Front 242 e Drexciya. Per Caroline adesso l’electroclash sembra davvero uno sbiadito ricordo.
-Santos “Experiment” -remixes- (Mantra Vibes): sulla scia del successo dell’Original, Sante Pucello (già , quello della shakedelic music) si lascia ‘mettere le mani addosso’ per due volte. La versione curata da Robbie Rivera calca la mano sui suoni importati dall’electro e li pianta con forza in un costrutto quasi techno in cui la potenza e l’incisività delle metriche si fanno sentire con particolar impeto; sul retro vi è il remix dei bravi Scuola Furano che preferiscono gettarsi sull’italo-funk che, attraverso una sana spruzzata di vintage, raggiunge l’agognata meta dell’electro-disco. Wow !
-Zwicker “Sniff & Sneeze!” (Compost Black Label): un gradito ritorno quello di Cyril Boehler alias Zwicker che, attraverso tre tracce, ci regala ottime sensazioni dal mood retro. Con “Sniff & Sneeze!” la puntina legge uno spassoso incastro tra digital-funk ed electro-house, mai reso banale da continui avvicendamenti sonori mentre con “Kumquat” si toccano i blips tipici dell’electro e le modulazioni finniche alla Bangkok Impact che hanno il sapore di un’house ipermoderna, ormai sganciata da inutili restrizioni compositive. In “Greasy Streets” fa capolino la new-wave con l’electro polverosa degli anni ’80 che si sbilancia per toccare con la punta delle dita il funk e l’italo. Zwicker mixa il vecchio col nuovo … e il suo ‘frullato’ pare funzionare.
-Ascii Disko “Alias” (Ladomat 2000): incredibilmente differente (forse troppo) dal primo lp edito nel 2003, questo “Alias” non mi convince perchè troppo modaiolo e lontano dagli orizzonti che Daniel Holc ci aveva fatto scrutare anni addietro. Ad essere agitati sono i beats della new house, a volte infilzati da acidlines, scorribande rock e da echi electroclash. Si è persa la voglia di giocare coi sintetizzatori, quella dinamica che faceva gonfiare i woofers delle casse, quell’attitudine quasi da rave, quella spudoratezza che tre anni fa lo elevò dal rango della serialità . Ora Ascii Disko compie un inaspettato passo indietro, verso la direzione della prevedibilità e del già sentito. Peccato.
-Kyle Pound “Bring Back The Disco E.p.” (Carizma): dopo Mark Almaria la Carizma di Tokyo mette sotto contratto un altro americano: è Kyle Pound, da San Diego (California) che si definisce un patito della techno-house dai risvolti funky. “Back 2 Tha Groove” abbina ad un vigoroso tribal-beat una leggiadra anima funk sorretta da un refrein estrapolato da una celebre hit conosciuta qui in Europa mentre la scoppiettante “Stereo Disco” porge avvincenti scratches che saldano la cultura degli anni ’70 a quella dei ’90 passando per l’electro degli ’80. Super.
-Carnifull Trio “Modamare” (Riotmaker): dopo aver fondato, con Santana Pasta, lo stupefacente progetto Fare $oldi, Luka Carifull ritrova la giusta ispirazione per rimettere in piedi la band dei Carnifull Trio accompagnato dal batterista Ale e dal percussionista Jama. Per “Modamare” fa leva sulle sincopi del funk, sulle aperture della disco e sulle atmosfere intimiste del soul: il tutto assemblato in pezzi sbilenchi che non si prendono mai sul serio. Il disco mischia, avvicina ed incontra stili che, forse, non dovrebbero (e potrebbero) mai incontrarsi e la raggae-disco dell’ironica “Giostyle vs Tupperware” ne rappresenta un fulgido esempio. Similitudini alla WhoMadeWho (quelli di Tomas Barfod) infondono colore a questo elaborato che fugge dall’essere dozzinario, da qualsiasi stereotipo legato al ‘già sentito’ e lascia, dopo l’ascolto, un’ottima sensazione che fa già pensare alla stagione calda.
-Ricardo Villalobos “Salvador” (Frisbee Tracks): è il cileno più famoso in Europa e la sua coerenza è l’arma con la quale si batte nel difficile mercato internazionale. Con “Salvador” Villalobos fa riscoprire gemme della sua imponente discografia da sempre agganciata stabilmente al segmento ‘minimal’. Da “Lugom-Ix” ad “Unflug”, da “Suesse Cheques” a “Lazer @ Present” sino alla più recente “Que Belle Epoque” con l’escursione in puro mental-micro-sound. “Salvador” è un universo unico illuminato dal gusto e dalle qualità di un artista che ha sempre creduto in uno stile a prescindere dalle mode. Questa si chiama coerenza.
-Aa.Vv. “Sound Of Kindred vol. 1” (Kindred Sounds): l’e.p. è costruito da quattro artisti pronti a smascherare l’house dai suoi orpelli rendendola più levigata possibile. Il concetto si afferra con “Dubash” di Kriece & Basek che si muove su classic beats attraversati longitudinalmente dall’afro dosata con molta parsimonia e con “Complementary” di HÃ¥kan Lidbo che infila il funk nel low-fi per poi pigiarlo con forza su strutture ritmiche semplicistiche. Più modaiola la traccia di Earth Deuley seguita dai felici costrutti armonici di Jeff Bennett & Basek. Il disco si presenta benissimo anche nella sua veste grafica atta a rammentare i tempi della corsa all’oro, quella dei pionieri che valicavano i confini dell’America della east-cost per occupare le aree sconfinate di un mondo ancora inesplorato.
-EDMX & Yuri Suzuki “It’s House” (Affected): l’electro purista dell’inglese EDMX (noto anche come DMX Krew) viene abbracciata dalla voce venerabile della nipponica Yuri Suzuki: il risultato è qualcosa di strepitoso. Con “It’s House” e “Hadron Collider” si riesce a combinare l’atmosfera della prima house con le metriche seghettate dell’electro mentre con “Data Disease” ci si appoggia completamente sul vintage. Il bello viene alla fine, con “Positron Path”, che trova le sue modulazioni sugli stessi suoni di Dopplereffekt.
Electric easter