Il transalpino, divenuto celebre per aver riportato in auge il fenomeno dell’electronic-body-music nato a metà degli anni ’80 da una branca dell’industrial e sostenuto in primis da bands come Front 242 e Nitzer Ebb, sta per tornare col suo secondo album. Il lavoro s’intitolerà “Silence Control” ed uscirà agli inizi di aprile sulla tedesca International Deejay Gigolo, la stessa che nel 2001 aveva pubblicato il primo full-lenght, il fortunato “Muscle Machine”. Fixmer, balzato in modo ancor più evidente agli onori della cronaca nel 2003 per aver collaborato con Douglas McCarthy, leader incontrastato dei già citati Nitzer Ebb, percorre ancora la strada della sua elektronik-tek-violence sebbene negli ultimi tempi abbia fatto scrutare delle presenze techno ed hypnotic-dark electro. Ad anticipare l’uscita del cd sarà una release vinilica divisa in due parti (la prima, che includerà solo 4 tracce, è prevista per il 13 marzo mentre la seconda, con sei tracce, uscirà a metà aprile). Parallelamente il producer di Lille ha preparato una nuova doppia a-side assieme a McCarthy che si snoderà su “Look To Me” e “And Then Finally”, a breve sulla sua label Planete Rouge. Sul fronte remix invece ha rimaneggiato “Ritual Noise” della band svedese Covenant: il pezzo è estratto dall’album “Skyshaper” in uscita a marzo. Per quanto riguarda le serate è da segnalare la sua presenza per lo speciale reunification dei Nitzer Ebb che si terrà il 7 giugno al Locomotive di Parigi.
-The Divide “Museum Of Skulls” (Fine Audio Recordings): Daniel Furniss, inglese, classe 1981: è lui che opera dietro il progetto The Divide. Inizialmente ispirato dalla musica dei Depeche Mode, Soft Cell e New Order, Daniel si accosta alla rave techno con Joey Beltram e The Prodigy finendo poi nei territori della groovytech che firma anche come Fernando (senti Black Jackal). Le quattro tracce di questo e.p. sono energiche al punto giusto e non eccessivamente minimali come questa scuola di pensiero ci tramanda da svariato tempo. Una su tutte ? “Cortex”.
-Sven Wittekind “Hardtechno Vol. 1” (Alphabet City): con questa nuova saga la tedesca Alphabet City rinnova l’interesse per l’hardtechno, branca musicale nata dall’esasperazione dei tribal-loops tipici della detroit e dell’hot-schranz. Il movimento, paragonabile a quello dell’hardcore di paternità olandese sviluppato nella prima metà degli anni ’90, vive un ruolo da protagonista in questo cd selezionato e mixato da Sven Wittekind (tra quelli che hanno contribuito più attivamente alla diffusione e crescita del genere). Velocità supersoniche e timbriche industriali si rincorrono nei pezzi di Felix Kröcher, Pet Duo, Arkus P, Boris S, Frank Kwitta, O.B.I., Dj Ogi, Waldhaus, Robert Natus e molti altri. La pubblicazione di “Hardtechno” (prevista per il 3 marzo) è supportata da un tour che si chiuderà ad aprile e che toccherà nazioni come Spagna, Germania, Olanda e Belgio oltre a Cecoslovacchia, Ungheria e Slovenia, tra le prime ad adorare questa nuova ramificazione della techno del nuovo millennio.
-Azzido Da Bass “Lonely By Your Side” (Luscious Sounds): dopo aver duettato coi francesi Digitalism, mr. Dooms Night riappare in coppia con Johnny Blake già noto per l’avventura nel progetto Zoot Woman in compagnia di Stuart Price (alias Jacques Lu Cont, Les Rythmes Digitales e Thin White Duke). L’irresistibile melodia abbinata ad un infuso indie-breaks dà colore in modo inequivocabile al pezzo rendendolo una delle smash-hits di queste prime settimane del 2006. Sul lato b l’efficace rivisitazione ad opera del parigino Play Paul.
-Tony Thomas “The Future” (Cubic): apparso in molteplici occasioni su labels come Bamboo, Omegaritam, Zebra 3, 4 Kenzo, Access 58, 23rd Century e Wallop il bravo Tony Thomas ritorna su Cubic a pochi mesi dal fortunato “Acid Expression”. In questa occasione ad essere smossa non è l’acid bensì la techno dei primi anni ’90 posta su ritmiche house. Nella title-track presenzia anche uno storico sample (che forse poteva risparmiarci) mentre in “Silicont” l’ambiente diviene quasi breakbeat. Ottima “Wired” nella quale si assiste ad un formidabile incastro di grooves e suoni electro.
-Rude 66 “The Strings Of Death” (Vynalogica): l’estroso artista olandese rinnova l’amore per le atmosfere dark dopo “Black Sabbath” su Créme Organization. Calcando la mano su strumenti di vecchia data (per cui Vynalogica è nata), si ergono 4 tracce alla I-F (ricordate il mitico “Space Invaders Are Smoking Grass” ?) nelle quali i basslines si muovono atleticamente su beats seminali, melodie appena sbozzate e, naturalmente, vocoder vox. Per me è essenziale averlo in valigia.
-Lady B feat. Thee Acid Bitches “Accelerator E.p.” (A-Traction): rammentando gli esordi all’interno della F-Communication di Laurent Garnier, il bravo Lady B (che a dispetto del nome è un uomo) ci consegna due tracce che profumano di old-school-acid-beats e rave-techno. Sul lato a è una spavalda Tb-303 a spalleggiarsi tra ritmiche che gonfiano i woofers mentre sulla facciata opposta si respira l’atmosfera dei primi esperimenti di David Carretta, Chaotik Ramses e Stamba. Wild rhythm + energy = Lady B.
-Samuel L Session “Again On Monoid” (Monoid): naturale proseguimento al primo capitolo uscito nell’autunno del 2000, il nuovo mix-cd dello svedese Samuel Larsson aka Samuel L Session continua a battere la strada della tech-house-funk che mostra forti attinenze col sound napoletano di Carola & co. Il mixer diviene rovente in breve visto che in soli 57 minuti l’estroso dj mixa ben 31 pezzi. Da Cari Lekebusch a Renato Cohen, da Joris Voorn ad Alexander Kowalski sino a Paul Mac, Adam Jay, Deetron ed Hertz. Ideale per gli amanti del ritmo, da sempre motivo conduttore della techno partorita nella fredda Svezia.
-James Mowbray & D. Ramirez “I Choose Anger” (Four:Twenty): l’acclamata coppia che durante lo scorso settembre ci regalò la hit “The Day Hip Hop Dies” ritorna su Four:Twenty (‘figlia’ della Hope) che tocca così il #017. La scaramanzia pare dissolta dopo l’ascolto del pezzo (in uscita il 20 febbraio) nel quale si assapora un french-touch alla Agoria supportato da potenti accordi dark, blips e suoni da videogames. Il remix è quello di H-Man (alias Huntemann) che infila, tra beats seminali e suoni cupi, accenni della techno retro. Pare che in Inghilterra stia già creando notevole buzz …
-Silk “Pearls” (Cocoon): muovendo nella direzione opposta a quella della dance, questo nuovo progetto (su cd) della Cocoon di Sven Väth fotografa la zona silk del Cocoon Club di Francoforte, quella che incarna meglio il ‘lebensfreude’ (leggi gioia di vivere) della nightlife teutonica. Dalla superba gastronomia (sul booklet potrete trovare delle ricette consigliate dal cuoco Mario Lohninger) alla musica grazie ad una playlist di electronica meditativa che incrocia in più punti il dub, il raggae, il downtempo, il funk, l’hip-hop, il chillout, l’ambient, il lounge sino ai più ricercati stili come il bhangra e il gamelan. Un progetto diverso dal solito, diametralmente opposto a quello della dance sul quale la Cocoon ha fatto sempre affidamento.
-Aa.Vv. “Hart Und Trocken Vol. 3” (EX-Fusion): a pochi giorni dalla pubblicazione del volume 2 la giovane Ex-Fusion ritorna con un picture-disc (edito in sole 300 copie) nel quale si concentrano nuovi nomi che sostengono il movimento dell’hardtechno. Tra questi i VR Porno che recuperano la jungle e l’hardcore di stampo rave, Oziris con le sue scariche noize ed EKT con un missile che viaggia su esasperate distorsioni. Più noto il nome di Crazy X-Ray (quello della Giant & Dwarf) con un impasto techno dai bpm non esagerati. Questa è musica che non scende a compromessi con niente e con nessuno. Da lodare.
-Francisco “Hero/Venti Venti” (2020 Vision): buon momento per il capitolino Francesco De Bellis, uno dei leaders della nuova scuola italiana della disco-funk. Approdando all’inglese 2020 Vision il romano rilascia due tracce (che sarebbero state perfette nella tracklist del recente album “Music Business”) fatte di ritmiche dance che fanno il vezzo alla remota italo e diramazioni funk ormai divenute marchio di fabbrica per la Pigna Records che gestisce assieme a Marco Passarani e Mario ‘Raiders Of The Lost ARP’ Pierro, compagno d’avventura anche nei progetti Mat101 e Jolly Music.
-D-Formation “Tribe All” (Beat Freak Recordings): naturale seguito al fortunato “Diametric” del 2004, “Tribe All” è il nuovo mix-cd dello spagnolo Dimas Carbajo aka D-Formation. Viaggio sonoro effervescente, vario e colorito, “Tribe All” ruota attorno a perni dark e dub house (Austin Leeds, Smike & Leix, Julian Poker) non tralasciando però lampi electro come “Zombie” di John Acquaviva & Tobias Luetzenkirchen e “Rebels Yell” di Martin H. Poi, nel cd 2, una valanga di iberican-sound firmata da Sergio Fernandez, Simon & Shaker, Roman Lieske e i noti Chus & Ceballos.
-Trike “Polytron ’06” (International Deejay Gigolo): dopo aver riesumato “1982” di Miss Kittin & The Hacker ed “I’m A Disco Dancer” di Christopher Just è la volta di Trike che torna a calcare le scene con la rivisitazione di “Talk Back”, un pezzo edito nel ’99 a metà strada tra la techno e la chicago-house. Autore del restyling è Serge Santiago che preferisce battere un itinerario molto vicino alla techno dei ’90 con tanto di pause inframmezzate da rumorosissimi snares. Sul vinile presenzia anche l’inedito “Keep Away From Children” che si ributta a capofitto nell’electro polverosa del primo Kiki e David Carretta (provate a sentire “The Rocket Sardine” e “Toulouse Is On The Map” per capire a cosa mi riferisco). From the past to the future.
-Age Of Broken Mind/Ray Costa “E.p.” (Emotive Sounds): l’Emotive Sounds, piccola label danese che ha mosso i suoi primi passi nel campo della musica compressa in files mp3, rilascia questo e.p. da tenere sotto stretta osservazione. “Free Trip To The Full Moon” di Age Of Broken Mind riflette echi ebm miscelati abilmente a distorsioni rock scandite da una possente kick. Poi si rincorrono flash alla Divine (Bobby Orlando docet) racchiusi in un recinto di svirgolate metal. Meno interessante quel “Do It” di Ray Costa, un classico tool electro-house composto sulla falsariga delle recenti releases di Huntemann plasmate attraverso il semplice gioco tra bassline e beat.
-Neonman “Gift Of The Gab” (Pale Music): il duo anglotedesco (formato da Bastian Asdonk e dall’inglese Ben J Osborn) rilascia il suo primo full-lenght che, prevedibilmente, miscela la dance col rock seguendo la scia di altre bands quali Northern Lite e Die Raketen. I due odiano profondamente l’electroclash preferendo la più singolare denominazione ‘electro-cold-funk-punk’ che calza a pennello per pezzi come “Bombs In The Backdrop”, “Buy Now, Pay Later”, “Benson + Hedges” e “Luke The Boozer”. Poi “Rude Boy” che rievoca il glam rock degli anni ’80 e la doppietta “One Last Breath” / “Shattered” che scende nei territori disco funk 70’s. Tre i remix inclusi firmati da Shapemod, Warren Suicide e The Scandals. Se il rock scorre nelle vostre vene e parallelamente amate il movimento quaternario della dance, “Gift Of The Gab” è l’album che fa per voi.
-Mike Shannon “Impulso” (Wagon Repair): conosciuto attraverso releases su Dumb-Unit, Onitor, Logistic e Spectral, Shannon ricalcola le potenzialità della nuova dance elettronica agitando bene i connotati della ‘post-house’ e sfasandone un pò le direzioni. I suoni dei tre pezzi sono poco trattati e piallati assieme ad un ritmo che si congiunge bene con lo stile della berlinese Mo’s Ferry. In “Global Pleasurism” figura addirittura l’impianto electro di paternità svedese (senti Luke Eargoggle) che si aggancia ad una partitura ritmica etnica e piuttosto soffusa. Ps: cosa ci sarà sotto la moquette ? Sicuramente impulsi positivi per la musica.
-Williams “Pinball” (Tsuba): si apre con questo disco il catalogo della londinese Tsuba Records. Autore è William Threlfall alias Williams (recentemente apparso anche sulla Get Physical dei M.A.N.D.Y.) che infonde in “Pinball” un’impronta moroderiana fatta da bassi bpm, un sequencer bleepy che ronza come la più fastidiosa delle zanzare, un bassline disco e pads synth-electro che contribuiscono in quel crescendo di emozioni tanto utile ad aprire un set. Maggiormente ritmica la Club Mix con la quale si riscopre una polverosa Tb-303 unita ad un continuo aggancio di loops. Rimango deluso invece dal remix del romano Francisco che, pur infondendo la particolare attitudine disco-funk (nel beat) non completa il tutto con un bassline che avrebbe sicuramente fatto da traino.
-Virtual Symmetry “See You” (Eye Q): come per magia ritorna la vecchia label di Sven Väth con questo pezzo di Gerald Becker aka Virtual Symmetry inciso originariamente nel lontano 1993. Oltre all’immortale Original troverete il Transtribute Express ad opera del francese David Carretta che, non travisando il contenuto di partenza, ne realizza una ottima traccia dal retrogusto electro-techno. A volte ritornano …
Electric greetz