Circa 160 minuti di musica raccolta in due cd’s racchiusi in un package con ben 6 pagine di artwork. Questo il velocissimo sunto di “International Deejay Gigolo Compilation” giunta così al suo nono capitolo la cui uscita è schedulata per il prossimo 20 febbraio. A selezionare le tracce, come sempre, è Dj Hell che presenta le novità più importanti che caratterizzeranno la sua label durante il 2006 da poco iniziato. Tracce di recente pubblicazione si mischiano ad altre che vedranno luce durante i prossimi mesi: sono queste le tessere di quel grande puzzle chiamato International Deejay Gigolo. Formula collaudata che non si tocca quindi per Helmut Geier (al secolo Dj Hell) che al momento pare tra gli A&R più ambiti e ricercati dal mondo della musica elettronica. Il cd 1 si apre proprio col suo remix per “Jack U” di P. Diddy & Felix Da Housecat seguito dall’esclusiva versione che i M.A.N.D.Y. hanno realizzato per “Just Let Go” dei Fischerspooner. A ruota le già note “1982” di Miss Kittin & The Hacker (rivista da Anthony Rother) e “Kinetik Energy Part 1” di Gatis Pastars alias -=UHU=-. Poi è la volta di una serie di unreleased-tracks: “Twins” della bella Linda Lamb (che segna il ritorno dopo “Hot Rooms” del 2002), “Inside One” di Terence Fixmer (estratta dal nuovo album atteso per marzo), “Fade Away” di Jor-El (lo svedese esperto in synth-pop), “Acid Box” di Saturn V (nuovo progetto nato dalla collaborazione di Melvin Oliphant aka Dj Traxx e James T. Cotton noto anche come Dabrye) ed “Eye Wanna Cee U” di G. Rizo (pseudonimo di Ihu Anyanwu, voce per In Flagranti ed autrice di svariati dischi su Tigersushi). A chiudere è “Der Räuber Und Der Prinz” degli immortali DAF (Robert Görl & Gabi Delgado) che infiammavano le scene durante gli anni ’80. Il cd 2 mette ancora più in risalto quello che sarà il futuro della Gigolo attraverso una sequenza di novità firmate da artisti emergenti che faranno felici gli amanti dei suoni più plastici e che fanno il vezzo alla musica di una ventina d’anni fa. La successione è veloce e ricca: da “Fun Boy” di Hell a “No Way Back” di Freaks che tornano dopo il grande successo “Creeps” del 2003, da “Teen Years” dei brasiliani Digitaria (presto su vinile con un remix ad opera di Zoo Brazil) a “Japanese Science” di Martin Matiske (il poco più che adolescente entrato nelle grazie di Hell nel 2002), da “Spoiled Lips” di Child (apparsa nel 2004 su Erkrankung Durch Musique come “Twice Twice Case” by Auto) al martellante “Scoop VII” di Mick Wills sino al rumeno Ionita Sergiu alias Masstyk con “Dis Era”, i messicani Replica con “Transmission” ed Herman Schwarzt con l’ipnotica “Nothing To Loose”. Interessante anche il remix di “We Need A War” dei Fischerspooner firmato da Hell e Smallboy, pseudonimo dietro il quale si cela Jochen Schmalbäck, il terzo dei Tiefschwarz assieme ai fratelli Ali e Basti Schwarz. Impavida, come sempre, la Gigolo prosegue il suo cammino verso un nuovo traguardo, la release #200, che pare così sempre più vicina.
-Aa.Vv. “The Aural Exciter” (Klik): selezionata dall’ellenico Dimitri Avgeros, “The Aural Exciter” si presenta racchiusa nel classico formato speciale al quale la label greca ci ha abituato sin dalla sua prima uscita. Si parte da un’electronica alla Leftfield (firmata da Serafim Tsotsonis e Sebastien Tellier) per approdare velocemente a segmenti deep-dance di Paul Kalkbrenner, Jurgen Paape, Minilogue, Gamat 3000, Sascha Funke, Mikael Delta e molte altre legate tra loro da una sottile eleganza stilistica. La stessa che poi viene tradotta in modo esemplare nel layout grafico su carta patinata.
-Franz & Shape “Destination/Location E.p.” (Relish): luminosa promessa della dance-elettronica nostrana, il duo composto da Francesco ‘Franz’ Spazzoli e Chris Shape ritorna sulla label di Robi Insinna alias Headman/Manhead stringendosi a nomi ben noti al panorama della musica europea come Chelonis R. Jones e Gerhard Potuznik alias GD Luxxe. E’ proprio il viennese a regalare a “This Is The Way” e “Take Off” un tocco retro in stile 80’s fatto da movimenti meccanici, ritmi secchi e synths ruvidi che graffiano come unghie di un felino affamato. Differente il sapore di “God Lost My Address” interpretata da Chelonis R. Jones che risulta un ottimo warm-up in chiave post-house. E’ un piacere per me tessere le lodi per Franz & Shape, quasi pronti col loro primo album (l’uscita è prevista per giugno) che lascerà stupite molte orecchie attraverso un sound che fa ben altro che scimmiottare quello delle hits da balera.
-Sasse feat. Kiki “Loosing Touch” (Mood Music): lasciandosi affiancare dal connazionale Kiki, il finlandese (ma ormai tedesco d’adozione) Klas Lindblad alias Sasse rilascia il primo singolo estratto dall’album di prossima pubblicazione “Made With The Upper Stairs Of Heaven”. Con questo pezzo ci troviamo a fronteggiare con un Sasse completamente rinnovato grazie ad armoniche ed una dose minore di minimalismo rispetto alle recenti produzioni più scarne e scevre di dinamiche. Si parla già di remix d’autore lasciando trapelare nomi come Alexkid e Marco Passarani … ma questa è un’altra storia.
-Stanny Franssen “Bionical Clones” (Harthouse Mannheim): il dj-producer belga (noto anche come G-Force) approda alla rinnovata Harthouse con tre tracce che si distanziano davvero molto dalla classica cyclic-techno promossa per anni attraverso la sua Genetic Recordings. “The Core Is To Far Away” è un tool minimalista arricchito dal rumorismo mentre con “The Generation Ship” si recupera il Tb-303 dimenticato per anni nel ripostiglio. La title-track, “Bionical Clones”, ricalca invece lo stile (ormai in via d’inflazione) fatto di pochi suoni e refreins piuttosto prevedibili. Peccato che un artista del suo calibro si sia piegato di fronte ai voleri del mercato.
-Gunne “Sleepin Beauty” (Opossum): dopo aver ospitato le releases di Tigerskin, Neal White, Sweet N Candy e Blackwall l’Opossum accoglie tra le sue file la musica di Gunnar Lenke alias Gunne. Patito dell’acustica e del rock, il producer tedesco (apparso saltuariamente su 1St Decade) offre la dolcezza in “Sleepin Beauty” (quasi da easy-listening) ed una carica ruvida in “Jutoo”. Entrambe le tracce sono oggetto di remix maggiormente clubby: la prima viene rimaneggiata da Blackwall, la seconda gode di un ottimo rework di Antilope, pseudonimo dietro il quale operano il già citato Tigerskin e Marcel Jochmann fondatore della stessa Opossum.
-Francesco Zappalà feat. Mr. Copa “The Green Sky Philosophy” (Tractorecords): figura preminente dei campionati DMC tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90, Zappalà si è sempre distinto per essere un ricercatore di suoni nuovi oltre a credere sempre nella musica alternativa (chi seguiva la rubrica “Virtual Sound” su Match Music potrà capire a cosa mi riferisco) evitando il più possibile di scendere a compromessi per potersi aggiudicare una fetta più consistente di mercato. “Propaganja” vede un’impalcatura sonora piuttosto retro sia per le patches utilizzate che per le stesure che ricreano il layout sonoro della sua Eco Ego mentre “Automation House” è un puro crescendo di acid-lines che progressivamente diventano ruvide e pastose sempre scandite da una possente cassa. Entrambe s’adattano bene al terreno sassoso e brullo della Tractorecords sempre attenta a macinare suoni e ritmiche che si posizionano al polo opposto della musica da luna park.
-Luke Eargoggle “Atari Nightshifts” (Kondi): dopo un periodo l’assenza lo svedese ritorna (per la seconda volta) sulla Kondi con sei tracce in tipico ‘eargoggle-style’, quello che miscela acrobaticamente i suoni del passato e del futuro. Influenze alla Kraftwerk e Dopplereffekt danno colore a pezzi come “Puzzle Kid” e “All Engines Work” nei quali basslines analogici s’avvinghiano a ritmi sintetici fuoriusciti da polverose beatbox. La dimostrazione lampante di come i vecchi equipments possano rappresentare ancora delle piattaforme per la buona musica.
-Babak Shayan “Bar 1 Winter.06” (Shayan Music): con questo mix-cd edito dalla sua label Babak Shayan propone un buon condensato di musica in bilico tra deep e tech-house. 78 i minuti in cui si ondeggia su tracce di Soda Inc., Jussi-Pekka, Anders Trentemøller, Terry Lee Brown Jr., Jon Silva ed Innocent Lovers. Immancabile la fortunata “Body Language” dei M.A.N.D.Y. vs Booka Shade seguita da “Believer” dello stesso Shayan rivista da Basil. Nel complesso mi ricorda lo stile che qualche anno fa promuovevano artisti come Sander Kleinenberg e Timo Maas con una netta predilezione per il groove, il motore della dance contemporanea.
-Jun-X “Skö Pearl E.p.” (A-Traction): dopo il tanto acclamato “So High” licenziato anche alla francese Yellow Productions nella primavera del 2004, Sebastien Schopperle si libera (momentaneamente) delle vesti di Ok Rocks per tornare ad incarnare il progetto Jun-X. Febbricitante la traccia intitolata “Who Has Drunk My Mercury?” mentre contenuti pop-wave-techno spettano alla più morbida “A Dreamer”. Sul lato b “Ex Killer”, il dancefloor-burner remixato in chiave acidula anche dall’owner della label, il bravo Marc Ayats.
-Nasty & Tresher “Black Sorcery” (Electrix Records): nata durante la produzione dell’album “Imperfections” atteso su Datapunk, la sinergia tra Billy Nasty e Gregor Tresher si esplica bene con questa doppietta su Electrix, ‘sorella’ della più tempestosa e spumeggiante Tortured. “Black Sorcery” è un perfetto mix tra electro e techno con lievi percussioni nel beat, flash bleepy ed un bassline che pare stiracchiarsi mentre “Robot Repair” è più purista e tradizionale per ciò che concerne l’electro (nel senso stretto del termine) con misure ritmiche sincopate che s’intersecano al classico sawtooth ed echi kraftwerkiani. L’unione fa la forza ? In questo caso la risposta è affermativa.
-Aa.Vv. “Contect Unravelled” (Context Free Media): vera e propria retrospettiva per la label di San Francisco fondata nel 1999 da Seth Horvitz alias Sutekh. Tagliando la dub house e la craft techno, il mix-cd espone un sound tanto vicino all’experimental caratterizzato da una linea inventiva senza pari che trova modo di esporsi anche in pezzi deep-techno organizzati sulla canonica misura in 4/4. Tra gli ‘ingredienti sonori’ “Homonym Cask” di Kit Clayton, “Spam” di Twerk, “Baby I Want” di Suite K. e “Like Love” di Dave Aju oltre, naturalmente, a svariate tracce dello stesso Sutekh.
-Lowfish “Science Persuades Best E.p.” (Satamile): Gregory De Rocher, per anni partner di Solvent, approda alla Satamile con un carico di neo-post-electro-synth-funk. La label di New York dell’electro sporca e putrida così lascia spazio allo stile più lineare e lindo di Lowfish, emotivo, romantico e scandito da grasse linee di basslines abbinate ai caratteri essenziali dell’electro come il movimento in sincopi. Reminiscenze new-wave e bleepy s’incastrano in suoni basici ed aggrinziti e fanno di questo extended play uno dei lavori meno scontati delle ultime settimane.
-Francisco “Ultimo” (Nature): il capitolino Francesco De Bellis, che già aveva dimostrato le sue indubbie qualità coi progetti Jolly Music e Mat101 (assieme a Mario Pierro) è lanciatissimo nella carriera da solista che lo porta a vestire i panni di Francisco e, talvolta, di Mr. Cisco. Dopo l’agitata “Moon Roller” e la fortunata “Esplanade 97” che si avvalse del contributo vocale di Adam Bourke dei Sorciverdi è “Ultimo” ad essere estratto dal recente album “Music Business”. L’Original fa vibrare le corde della disco-electro-funk mentre il remix di Marco Passarani si avvicina di più al concetto di groove.
-Midaircondo “Shopping For Images” (Type): dietro Midaircondo vi è un trio svedese tutto al femminile che unisce performances di impatto visivo ad una musica in perfetto equilibrio tra mondo acustico ed elettronico. Quest’album vibra di energie multiple mantenendo intatte le improvvisazioni delle jam-sessions unite ad un sound evocativo, triste ed un pò melanconico. Calcando la strada alla Enya le Midaircondo maneggiano con straordinaria maestria ritmiche e suoni che si trasformano magicamente in canti meravigliosi che si levano nell’aria facendo entrare l’ascoltatore in un mondo diverso, un universo dal fascino unico ed irripetibile.
Electric greetz