Lanciata nel 2003 attraverso il primo volume della saga “Hits Selection” (quello dal quale venne fuori la hit “Discoteca” delle Exchpoptrue), la Space Factory è la label fondata e diretta da David Carretta, uno dei nomi più importanti a livello mondiale nel frangente electro-techno. Conosciuto grazie ad un numero imbarazzante di releases sparse su labels più che quotate (in primis l’International Deejay Gigolo che aprì il catalogo nel 1996 proprio con un e.p. firmato assieme all’italo-tedesco Filippo ‘Naugty’ Moscatello), David Carretta sta realizzando “Hit Parade/Mix Parade”, la prima compilation (su doppio cd) edita dalla sua etichetta. Il contenuto, prevedibilmente, guarderà il passato della label attraverso i pezzi più significativi alternati a diversi inediti di prossima pubblicazione. Nella tracklist presenziano nomi noti come Worker Poor, Exchpoptrue, Harvey Smithfield (aka Seb Chenut from Scratch Massive), Dirty Important Person, The Hacker, Millimetric, Poppopfalse, Plastique De Rêve, Savas Pascalidis, Ido, Kiko, Polygamy Boys, Nomenklatur, Miss Yetti, David Dummy & Sierra Sam, Stamba e molti altri ancora. “Hit Parade/Mix Parade” darà la visione globale della comunità artistica della scuderia Space Factory, etichetta che cresce a vista d’occhio (ed orecchio). La pubblicazione ufficiale è prevista per febbraio 2006. Per quanto concerne i singoli, è ancora atteso il quarto volume di “Hits Selection” mentre bisognerà attendere dicembre per “Firenze” dei Polygamy Boys e “How Do You Like Me Now?” di Savas Pascalidis inizialmente annunciato come “Lino Ventura E.p.”.
-Aa.Vv. “American Gigolo 2” (International Deejay Gigolo): a tre anni dal primo volume curato dal canadese Tiga ritorna la raccolta “American Gigolo” grazie al decisivo apporto di Abe Duque. E’ l’equadoriano infatti che estrae, dall’abnorme catalogo della label di Dj Hell, le perle a suo giudizio migliori abbinandole a versioni edit e remix. L’ex-Kirlian tira in ballo gemme chicago-house, acid e dirty-techno firmate da Foremost Poets, Jeff Mills, Communista Como Hijo, Freaks, Terence Fixmer, David Carretta e Richard Bartz alle quali s’aggiungono le sue “What You Gonna Do”, “ADRB2” e i remix per “I Am Amanda Le Pore” di Hell e “A New Age Of House” di Elbee Bad.
-Franck Sarrio “Lord Of The Nightmares” (Bunker): abbastanza silenziosamente la Bunker di Guy ‘Unit Moebius’ Tavares sorpassa il cinquantesimo numero di catalogo, risultato più che positivo per una label che ha sempre promosso vibrazioni electronic-dark dal fascino vintage. Con questo #051 torna a farsi sentire il francese Franck Sarrio (già apparso sul #026 con “Made In Clermond-Ferrand”), legato indissolubilmente ad una dark-electro-wave che incarna la perfetta condizione dell’electrobot music. Solo per i coraggiosi.
-Sebastien Leger “Take Your Pills” (Black Jack): estratto dall’album “Man Versus Machine” previsto per il prossimo marzo, “Take Your Pills” è il nuovo singolo per il francese Sebastien Leger noto anche come Sebago. La title-track non propone nulla di eclatante se non un classico tool in chiave techno-house. Maggiormente degna di nota è “Fury” prodotta sulla falsariga delle tracce di Vitalic nella quale trovano modo di incontrarsi spunti italo, techno e disco. E’ l’ennesimo esempio della scuola della new-house francese sostenuta ieri da Daft Punk e Cassius ed oggi da personaggi come Play Paul, Tampopo e Black Strobe.
-Danilo Vigorito “Moonbow” (Intelligence): sound meno impetuoso per Vigorito rispetto a quello promosso negli ultimi anni ma non per questo privo di felici intuizioni sonore. In “Moonbow” e “Farhorizon” s’intravede dell’electro potenzialmente estrapolata da vecchi e sbiaditi ricordi adolescenziali ed ora avvolta in un involucro di groove ben impastato che, nonostante i pochi suoni, non appare mai banale e noioso. Con “Receptors” si estremizza il minimalismo rivelando forti attinenze alla microhouse di paternità cilena (senti Ricardo Villalobos, Rosario, Luciano). In questo costrutto poi l’autore riesce ad incastonare, come un prezioso diamante, la sua anima funk che sfoggia con grande dimestichezza.
-Aa.Vv. “Impression Samples Series 1” (Elp Medien): la raccolta “Impression” si farà sentire per quattro volte all’anno attraverso limited-editions che si fermeranno a 500 copie. In vetrina ci sono i pezzi ancora unreleased che usciranno sulle labels gestite da questo enorme pool fondato dagli italiani Marco Carola & Corrado Izzo. 15 le tracce tra le quali ottima neo-acid e minimal-house di Hugg & Pepp, David Keno (noto anche come Vernis) e Jahn Autobahn che progressivamente lasciano salire una techno più vigorosa firmata da mostri sacri come WJ Henze, Henrik B, Paul Mac e The Advent.
-Dot Matrix feat. Craig Mitchell “Another World” (Lajja Recordings): #008 per questa neolabel d’oltremanica che ci presenta una traccia rivista in due versioni. La Vocal Mix la sento fin troppo datata e mi ricorda quel movimento che veniva definito ‘underground’ (in voga tra il 1993 e il 1995); più moderna ed efficace la Fast Forward Mix che vede una fusione tra tech-house e la post-techno che assiste ad un ridimensionato numero dei suoi bpm.
-Aa.Vv. “Electro Flavour Vol. 1” (Dub Recordings): forte per gli ottimi risultati raccolti col singolo di Luca De Ponti, la Dub Recordings (da non confondere con l’omonima label olandese che si muove sotto l’ala della Clone) rilascia il primo progetto su cd che si snoda su dieci tracce ispirate dal movimento ‘post-house’ che trova il suo imput dalla commistione tra house e techno. La release emerge dal tessuto underground italiano fatto di nomi sconosciuti dal grande pubblico (Schmutzig, Roberto Clementi, Luca Martorano) ma capaci di porgere alle orecchie dell’ascoltatore un sound lontano dalle banalità e dalle prevedibilità . Un progetto ammirevole soprattutto per il desiderio di uscire e forare i soliti schemi a cui la musica dance europea pare essersi ancorata da fin troppo tempo.
-Luka & Lazo “MidEvil Disco E.p.” (Mo’s Ferry Prod.): pura e spassionata minimal-house d’ispirazione abstract per questo Mo’s Ferry #017 che si muove attraverso quattro tracce dettate dal puro gusto per il rumorismo. Beats secchi spesso intervallati da appoggi deep e trance avvolgono le creazioni di Luka & Lazo, perfettamente inseribili in contesti micro ma di chiara vena technoide, quella che oggi viene camuffata da un basso numero di bpm e che rivela inediti tratti distintivi.
-3-1 “Don’t Destroy” (Basserk Records): ai nastri di partenza questa label di Amsterdam che transiterà dall’electro al pistol-pop sino a toccare il breakbeat, l’acid, il neo-rock, la jungle e il discopunk. Punto di partenza è rappresentato dalla band 3-1 che trasferisce su vinile i contenuti dei suoi selvaggi live-acts. Da “Don’t Destroy” (che cattura le linee melodiche di Mr. Flagio per indirizzarle verso una dirty-disco-pop valorizzata da ottime incursioni di vocoder-vox) ai ritmi punk di “Land Of The Lazy” e “Badboyrichgirl” che rivelano attinenze ai G.D. Luxxe e Magas di qualche anno fa. Chiude “Funny Funny”, emblema distorted-pop turbolento ove continui rimandi ad Electronicat vengono raggiunti da persuasive misure in 4/4 e liriche punk.
-Aa.Vv. “Tst 23/24” (TST): contenuti hard-minimal-techno (con riflessi nella schranz) per questo TST #022 che scombussola le idee per il titolo numerico (23/24). La a-side è organizzata dal prolifico Robert Natus nascosto dietro lo pseudonimo Brainshaker mentre l’opposta vede i missili di Niki Beckmann alias Plan-E fatti di soli grooves che non scendono a nessun tipo di compromesso. Musica da usare con moderazione quella di TST per evitare forti emicranie.
-Sandy Warez “Hard Ace vs Tribal Tricks” (Subsounds): miscelando gli animi delle sue produzioni che hanno raccolto più consensi (“Hard Ace” e “Tribal Tricks”) Sandy Estievenart rilascia l’ennesimo e.p. che fa vibrare le corde della techno più esasperata. Suggestive emozioni latine si rincorrono in “Afrika Islandia” e “Salsa Locale” mentre con “Blade Winner” si recupera lo storico anthem di “Blade Runner” (Vangelis) ora avvolto da suni rudi e selvaggi. Un Sandy Warez più ‘arrabiato’ del solito insomma.
-Atomizer “Zero Zero” (Nag Nag Nag Records): emerso nel 2002 con la hit “Hooked On Radiation” l’inglese Jonny Slut aka Atomizer torna a farsi vivo col #002 della sua piccola label nata giusto un anno fa. “Zero Zero” estrapola un mix tra big-beat ed acid nel quale a fare da collante è una particolare formula alchemica low-fi che sacrifica completamente i canonici 4/4; “Nostalgia (There’s No Money In The Underground)”, realizzata con Readers Wife’s feat. Justin Bond, vede invece l’avvicendarsi di suoni spaziali che si legano ad una sorta di slow-techno-dark con accenni al progressive. Pure underground music from London.
-Sultan “The Session 001 -Live From Boa” (Release Records): una carriera fulminante quella di Sultan, dj da pochi anni (1999) ma già un nome più che quotato all’interno della scena internazionale. Oltre 40 releases sparse su labels del calibro di Bedrock e Chug infondono sicurezza nella tracklist del suo primo mix-cd nel quale è possibile rintracciare ottime perle di progressive-tech-house spesso intrise di vocals. Space Dubs, Holy & Woods, Deepsky, Bush II Bush sono soltanto alcuni esempi di questo avvicente tracciato che alla fine non risulta poi così eccessivamente clubby.
-Aa.Vv. “Soco Sampler 1” (Soco Audio): tre pezzi completamente diversi tra loro per questo Soco Audio #007. “Switch Or Fight” di Tom Parris & Laurent Mauvais pres. Alphamale ci proietta in una polverosa chicago-house mentre “Diskoton” di Mothersole & Haris marca da vicino l’italo-disco degli anni ’80 di tanto in tanto colorita da vocoder-vox. A chiudere è la più classicheggiante “Slippery Heights” di Asad Rizvi feat. Mel Diamond (remixata da Harold Heath) che cambia decisamente indirizzo conducendo in direzioni old-school con forti attinenze al soul. Variegato come un gelato e gustoso come il più prelibato dei cibi preparati durante il periodo natalizio.
-Alif Tree “French Cuisine” (Compost): dopo Matthew Herbert, The Vegetable Orchestra e Safety Scissors è Alif Tree che trae spunti tra i fornelli per il suo terzo lp “French Cuisine”, già nominato ‘album of the week’ da Gilles Peterson ed in lizza per l’annuale BBC Worldwide Awards. Fedele dimostrazione dell’acustica che riesce ad introdurre il pop più elegante e il jazz, in questo album (la cui uscita è prevista per il prossimo febbraio) non mancano nemmeno incursioni di electronica di ampio respiro alla Thievery Corporation e Cinematic Orchestra. Il tutto è arricchito dalle pregevoli arti vocali di cantanti come Nina Simone e Shirley Horn.
-Andrew Coleman “Tony Alva’s Hair” (C0C0S0L1DC1T1): ideale per quelli che hanno voglia di addentrarsi nei meandri più oscuri della musica electronica, “Tony Alva’s Hair” prende le pieghe di un pop leggiadro nel quale fanno capolino la cosiddetta snapfunk, il breakbeat, l’hip-hop e il drill’n’bass. Nella globalità ci troviamo a fronteggiare con un condensato elegante di musica intimista e da ascolto dettata dal fare creativo di un artista già apparso su labels quotate come Ninja Tune e Thrill Jockey. In Italia è distribuito da Risonanza Magnetica.
Electric greetz