Sull’onda del successo mondiale di “Rocker” che ha portato il loro nome sulle bocche di tutti, Roman Flügel e Jörn Elling Wuttke alias Alter Ego possono essere considerati il vero fenomeno tedesco degli ultimi anni. Pupilli di Sven Väth sin dagli inizi del decennio passato, i due producers ora hanno tutte le carte in regola per andare avanti con le proprie forze. Richiesti in tutto il mondo, hanno partecipato a molteplici eventi di carattere internazionale tra cui il Wire a Tokyo, organizzato dal 1999 da Takkyu Ishino. Presente nel line-up delle edizioni ’03 e ’04, il duo tedesco viene ora catapultato nel mondo ‘visibile’ grazie ad un dvd edito dalla Platik Records del già citato Ishino. “Live At Wire”, questo il titolo, mostra infatti le esibizioni live che hanno mandato in visibilio le migliaia di ravers accorse alla Yokohama Arena (alle porte di Tokyo). Nella sezione dedicata al Wire ’03 i due hanno proposto “The Blast”, la gloriosa “Betty Ford” (del 2000) e gli inediti “Passed Away” ed “Iron Man” mentre in quella del ’04 si rincorrono pezzi come “Gate 23”, “Nasty Dollars”, “Daktari” e la celeberrima “Rocker”. Seguendo lo stile lanciato con l’album “Transphormer” ora raggiunto dal nuovo “Transphormed” (sempre su Klang Elektronik), gli Alter Ego ci regalano ancora emozioni sotto forma di suono. Annesso troverete anche un booklet (scritto solo in lingua giapponese) che riassume la storia del duo che ormai ha conquistato il mondo con la sua musica.
-BOOKS ON TAPE “Dinosaur Dinosaur” (Alien 8 Recordings): Todd Drootin, nativo di Los Angeles, dichiara di aver coniato il ‘beat-punk’, un singolare stile nato dall’hip-hop fatto confluire poi nell’elettronica attraverso l’energia del punk-rock. Questo il contenuto del suo album nel quale si esprime attraverso contorti beats, miriadi di samples estrapolati da un numero indefinito di generi musicali, schegge di microhouse e vene hip-hop, ‘culla’ dalla quale viene fuori il sound originario di Books On Tape. Psicotico ed immaginario, vero arsenale di distorsioni ed effetti, il mondo creato dall’artista americano è ancora popolato dai ‘mostri preistorici’ che animano, vorticosamente, la sua musica.
-DAKAR & GRINSER “Triumph Of Flesh” (Disko B): lo scioglimento del duo tedesco (formato da Christian ‘Dakar’ Kreuz e Michael ‘Grinser’ Kuhn) era stato avvalorato dalle esperienze solistiche dei due (Kreuz con l’album “Diktatur Des Kapitals” e Kuhn col progetto Grom) ma, quando tutte le speranze sembravano perdute, accade l’imprevedibile. Anticipatori del fenomeno electroclash, Dakar & Grinser presentano undici nuove tracce con le quali rinnovano il proprio sound allontanandosi parecchio dai contenuti di “Are You Really Satisfied Now” (1999). Non aspettatevi nemmeno rilanci alla “I Wanna Be Your Dog” (la cover degli Stooges del furioso Iggy Pop) visto che in “Triumph Of Flesh” si respira un’aria nuova, libera da pregiudizi e soprattutto sganciata dalle strutture che avrebbero reso questo (gradito) ritorno una copia di uno stile musicale già affrontato in passato. La loro forza risiede nella coerenza.
-AA.VV: “Global Surveyor” -Phase II- (Dominance Electricity): non proprio recentissimo, questo doppio vinile ondeggia tra soundtracks tipiche dei films di fantascienza e la robot-‘lectro eseguita con equipments analogici tra i quali spicca il glorioso vocoder. Predilezione quindi per l’Electro (quella con la E maiuscola) attraverso una ricca e preziosa tracklist che soprende grazie alle apparizioni di Mandroid, Dynamic Bass System e Mas 2008 ai quali seguono Dagobert, E-Control, Supreme.Ja, Sbassship e l’italiano Gab.Gato. Muovendosi abilmente sotto l’ala del sound dei Krafwerk, la space-electro di Dominance Electricity servirà agli eternauti che vivranno nel 3000 in case completamente pilotate da cervelli elettronici. Quelle ritratte nella splendida copertina di Michael Böhme, il graphic-designer che ha già lavorato ad alcuni progetti della Nasa.
-NATHAN COLES & NILS HESS “Get Fucked” (Sensei Limited): accoppiata vincente quella di Coles & Hess (quest’ultimo apprezzato in un recente passato sulla tedesca Horspiel Musik) che ci propone un disco polivante. “Manyana”, incisa sulla logo-side, offre uno strano accostamento tra big-beat, progressive, elettronica ed hip-hop. Il remix di JV (Jason Vasilas) invece mostra il gusto per il loop abbinato ad una Tb-303 ormai rispolverata dalla maggioranza dei producers europei. A chiudere è il remix di Citizen Kay che si avvicina alla techno soprattutto dopo il break ai 3/4 ove i suoni iniziano a stridere e a giocare con le ottave della keyboard.
-BOYS NOIZE “Are You In” (Datapunk): è sicuramente da considerarsi una delle nuove promesse della musica dance tedesca questo Kid Alex che, camuffato da Boys Noize, è riuscito ad entrare anche nella scuderia Gigolo. Ora ci riprova e ci riesce convincendo Anthony Rother a pubblicare tre tracce sulla sua Datapunk nelle quali la techno di oggi viene sapientemente miscelata ad una vaga dose di hi-nrg degli anni ’80 per un ottimo risulato che rammenta lo stile rave d’una quindicina d’anni fa.
-COBRA KILLER & KAPAJKOS “Das Mandolinenorchester” (Monika Enterprise): Cobra Killer, il duo che nel 2002 fece da supporter al tour in Australia e Nuova Zelanda di Peaches, riappare lasciandosi affiancare dalla band acustica dei Kapajkos formata da ben sette elementi. Il risultato sostiene un sound straordinario, fuori da ogni logica e distante dal suono dei computer e campionatori, assumendo caratteristiche folk raggiunte grazie all’utilizzo spasmodico di tre mandolini, un basso, una tastiera e delle percussioni. A supportare il tutto è la label tedesca Monika Enterprise di Barbara Morgenstern che investe le sue risorse in dodici tracce che lasciano spiazzati, come del resto il singolare accostamento tra icona religiosa e peccaminosa ritratta in copertina.
-AA.VV. “Boxer Compilation Vol. 1” (Boxer Recordings): affacciatasi timidamente sul mercato discografico nel 2002, Boxer è ormai una realtà che ha trovato nel mix tra techno e post-house la sua fortuna. Questa prima antologia raccoglie il meglio di un (ricco) catalogo abbinato ad alcuni unreleased. Da Johan Fotmeijer a Delon & Dalcan, da Maximilian Skiba a Stefan Schrom sino a Frank Martiniq (con “Adriano”, dedicata ad Adriano Celentano) e Duoteque, progetto italiano nato dalla collaborazione tra Andrea Cruccu e Paolo Lodde recentemente implementata dai sardi Marascia & Kortezman.
-ALEK STARK “The Circle E.p.” (Destination): nata tra le mura della belga Audiopolis, la Destination apre i battenti (e il catalogo) con l’esplosivo e.p. del madrileno Alek Stark noto per diverse perle sulla sua Star Whores nonchè per un emblematico album edito dalla Disko B nel 2002. I tre anni di pausa (nei quali il silenzio è stato rotto solo dal progetto Illektric fondato con l’americano Aqeel 72) sono serviti allo spagnolo per rigenerarsi e ritrovare la forza (per l’appunto lo ‘stark’) e l’impeto per forgiare quattro pezzi come quelli racchiusi in “The Circle E.p.”. Fondamentale per quelli che come me amano il suono meccanico e robotico.
-HARALD SACK ZIEGLER “Punkt” (Staubgold): accreditato esponente della scena experimental di Colonia, Harald Sack Ziegler partorisce un greatest-hits facendo leva su rimasterizzazioni di vecchissime uscite rintracciate su polverosi vinili e vetuste musicassette e che mai avevano fatto apparizione in formato digitale. Strumenti acustici (come chitarra, bassi, batterie e tuba) vengono chiamati in causa per intersecarsi in digitalismi curati e dinamici capaci di dare colore a composizioni dalla breve durata (alcune vengono eseguite per meno di un minuto).
-JOHN DAHLBÄCK “Man From The Fall” (Systematic): forse sin troppo prolifico, il giovane svedese (che assieme al cugino Jesper forma il duo Hugg & Pepp) rilascia il suo primo album sulla label di Marc Romboy. I pezzi confluiti nel lavoro però sono appiattiti da rigide costrizioni che fanno della musica quasi uno stampo. Patches pulite, linde, strutture prive di qualsiasi orpello e a volte fin troppo semplicistiche: queste le sostanziali direttive attorno alle quali ruota il sound di “Man From The Fall” che mi ricorda i primi lavori dei Märtini Brös e dei Black Strobe (2000-2001). Forse, proprio per questo motivo non è stato in grado di fornirmi gli imput positivi che avrebbero confermato le qualità del giovanissimo (appena ventenne) producer di Stoccolma oggi sulla bocca di tutti.
-ECTOMORPH “Primordia” (Interdimensional Transmission): il misterioso team di produzione fondato nell’ormai lontano 1994 da Brendan M. Gillen e Gerard Donald (lo stesso che opera dietro Dopplereffekt, Der Zyklus, Japanese Telecom, Glass Domain, Arpanet ed altri ancora) ritorna dopo una lunga parentesi trascorsa nell’ombra. Lo stile che viene fatto confluire in “Primordia” è esattamente la primordiale electro nata a Detroit costruita attraverso suoni ‘sporchi’ di macchine hardware e sbattuti su trascinanti ritmiche adatte alle piste da ballo. Con “Xxx” il concetto viene evidenziato in modo esemplare rammentando i gloriosi tempi andati vissuti nel remixare gemme senza tempo come “Shari Wari”, “What Use” ed “Invisible”.
-LAUDERT & FRÖHLICH feat. PYRANJA “Shout!” (Lebensfreude): Holger Laudert e Lukas Fröhlich si lasciano incantare da scenari jazzy e non propriamente legati al mondo della dance. I punti di distacco si fanno molteplici soprattutto grazie al decisivo apporto vocale fornito da Pyranja che tinge il tutto con sciabolate di hip-hop style connesse al funk e al soul. Attraverso il video potrete catapultarvi nel variopinto mondo dei due artisti capaci di far allargare la visuale ad una label come Lebensfreude che aveva legato i suoi contatti strettamente col mondo dei 4/4. Visti i periodi la scelta appare ben più che mirata.
-CHRISTOPHER KAH “A Wonderful Darkworld” (Axesscode): è grazie a questo album, edito dalla Axesscode di Montpellier, che il giovane Christopher Kah è riuscito ad attirare l’attenzione di Terence Fixmer sino al punto di convincerlo a stampare tre tracce sulla sua Planete Rouge. Il gusto per la techno dal fascino dark viene reso palese dalle sistematiche evoluzioni di tredici tracce pervase da melodie scure, toni gravi, lunghi ed affannosi intro fatti di sprazzi di ambient e lampi di industrial-tek. Kah è spudorato e, senza mezzi termini, mette in prima linea un sound che guarda con molta attenzione il panorama della musica sperimentale di metà anni ’80, baricentro delle preferenze di molti producers oggi celebri come The Hacker, Dave Clarke e lo stesso Fixmer. L’ambiente si surriscalda e diviene rozzo, contorto, selvaggio e dominato dalle sequenze meccaniche e dalle sensazioni acidule rischiarate soltanto dalle luci intermittenti delle strobo.
-SUTEKH “Born Again: Collected Remixes 1999-2005” (The Leaf Label): capendo che anche le belle idee, dopo essere state sfruttate, divengono sterili, Seth Horvitz alias Sutekh si reinventa e fa il punto della situazione attraverso una raccolta piena zeppa di remixes di tracce recenti e non. Ben 23 infatti le rielaborazioni che rinnovano l’amore per il funk americano mischiato all’ambient, al cacofonik, all’abstract e al digital-soul perennemente scaturito da computers, synths e strumenti acustici. Elastico e dinamico, il lavoro si rende acerrimo nemico dei clichè, della serialità e della prevedibilità grazie a nomi come Stewart Walker, PSI Performer, Safety Scissors, Portable, Swayzak ai quali se ne aggiungono altri ancora più ‘sotterranei’ come Tv Pow, Murcof e Ben Nevile. Sutekh: epicentro di un sound unico ed esplosivo.
-NAPSUGAR “Don’t Blind Me” (Beautycase): il terzo singolo dell’ungherese, fondatore assieme a Frau-Doktor della Beautycase, dà un saggio sui contenuti del primo album, “Close The Windows, Please”, previsto per le prime settimane di gennaio. La miscela è quella electro-house dalle leggere influenze disco ed acid, lo stile che la Beautycase ormai ha fatto suo in modo inequivocabile. Nonostanze l’assenza di incertezze, la serialità viene rasentata lasciando da parte la vena creativa che contraddistingueva le prime releases della label. Punto di forza il remix del canadese Melnyk dall’essenza synth-pop-retro.
Electric greetz