#070 – Oliver Koletzki [02-10-2005]

Emerso vistosamente durante i mesi estivi con la hit “Der Mückenschwarm” pubblicata a giugno dalla Cocoon di Sven Väth, Oliver Koletzki rappresenta una delle nuove promesse della techno made in Germany. Avvicinatosi alla musica durante gli anni ’80 (periodo in cui componeva col Commodore 64) Oliver ha preso lezioni di chitarra e pianoforte. Instancabile e letteralmente immerso nella musica, Koletzki sta per rilasciare, su diverse labels, svariati progetti discografici. Appena stampato, sulla sua Stil Vor Talent, “Blackout” (che si avvale di un remix di Tigerskin) mentre confluirà su Kling Klong “Da Bleibt Er Ganz Cool” rivisto da Silversurfer. Sul fronte remix invece, dopo aver messo le mani su “The Hits” di Karri O. (Resopal) e “Wall” di The Egg (Great Stuff), usciranno a raffica le versioni confezionate per “On A Higher Level” di Phunklarique (su Media), “If I Go” di Korsakow aka Dubtaylor (su Comfort Music) e “Radio” di Oliver Huntemann, sulla neonata Dance Electric. Un vero fenomeno insomma questo Koletzki.

-AA.VV. “Planet Delsin” (Delsin): la label olandese, fondata nel 1996 da Peel Seamus, festeggia la sua cinquantesima release con la raccolta “Planet Delsin” che reca come subdirectory la dicitura ‘Interstellar Sounds Of Stardust’, sinonimo di eclettismo e voglia di concentrarsi su stili che generalmente appaiono privi di mercato. Tante le tracce racchiuse: da “Isis 3007” di Terry Brookes a “Bass Attack” di Speakwave (conosciuto anche come Dynarec), da “Hill” di Aroy Dee a “Floatation Tank” di D5 sino a “Red Sky” di Nubian Mindz, “728” di Shed, “Root And Branch” di Dj Yoav B. e “Calimaro” di $tinkworx. Immancabile lo stesso Peel Seamus con la sua “Seducer”. Prepare for the robots: space is the place.

-THE BLACK DOG “Trojan Horus” (Dust Science Recordings): estratto dal recente lp “Silenced” “Trojan Horus” apre alla grande il catalogo della Dust Science, label di Sheffield (Inghilterra). La main-track, “Trojan Horus”, muove i suoi (felpati) passi su un sound chilly-ambient, totalmente da relax. Simile il discorso per “D.O.G. Style” (caratterizzata da lunghissimi pads) mentre “Evoke” (remixata da Carl Taylor) rappresenta l’unico punto dance del disco, leggermente influenzato dal bleepy. Musica dalle costellazioni astrali.

-ZOMBIE NATION “Päng Päng” (Cocoon): come avevo già preannunciato lo scorso 10 luglio (leggi Electronic Diary #061), “Päng Päng”, inizialmente edita in una limited-edition su UKW, s’appresta a prendere posto su una stampa ufficiale che arriva sulla Cocoon di Sven Väth con l’aggiunta di “Meatmaster Jack” sul lato b. Il guru della techno tedesca, che già da tempo ha mostrato particolare interesse per la musica del monegasco Zombie Nation, s’innamora dei suoni striduli e delle ritmiche ricche di sincopi che in pista forniscono sempre vibrazioni eccellenti. Il curriculum di Cocoon così s’arricchisce ed amplia i contenuti dopo le esperienze con Frank Lorber, Legowelt, Oliver Bondzio, Hart Of Noise, Gennaro Le Fosse, Anthony Rother e le più recenti hits di Roman Flügel ed Oliver Koletzki.

-FREDDY MAYERS feat. ONIRIKA “Lost In Tokyo” (Vintage): due le versioni per il pezzo di Freddy Mayers (conosciuto anche come Fedex): un’Original fatta di sprazzi electro-pop addossati ad avvolgenti pads ed un remix, firmato da Onirika ed Andrea Doria (che un tempo vestiva i panni di un acidulo Mc-Hair), tangente il filone dark-progressive esaltato in più punti da samples vocali alla “Bucci Bag”. Un progetto diverso dalla moltitudine di banalità e scontatezze emerse negli ultimi anni dalla penisola tricolore.

-HYDROPONIX “Houston Calling” (Forensic): ancora musica inglese sul piatto: questa volta la produzione è di Rob Jay e Colin Airey che intraprendono la via plastica della tipica progressive anglosassone. Il Mirabeau remix scorre via abbastanza tranquillamente mentre qualche scintilla in più viene fuori dalla versione degli stessi Hydroponix contraddistinta da un lunghissimo break che contorna un vero tool progressive-electro-house. La label dell’impronta digitale ha colpito ancora.

-BALLROOM “Remember Me/Girl On The Floor” (Mauritius): accantonato per un pò di tempo, Marc O’Tool riprende in mano le redini del progetto Ballroom, già apprezzato attraverso sei singoli che conquistarono i favori di Satoshi Tomiie, Timo Maas, Tiesto, Dave Seaman e Paul Van Dyk. In “Remember Me” un deciso bassline (importato dalla musica electro) raggiunge ed ingloba in sè parti vocali mentre la radiosa “Girl On The Floor” fa filtrare la luce del sole per illuminare il viso di una ragazza che si muove a tempo dell’alchimia sonora che qualcuno potrebbe definire ‘trance-house’.

-ELITE FORCE “Pure & Free” (Lot 49): big-beat acido dall’Inghilterra: questo il sound di Elite Force che, attraverso due tracce, agitano la dancefloor. Stesure semplici, lineari ma graffianti fanno di questa doppietta uno dei dischi più ricercati delle ultime settimane. Con “Reclaim The Airwaves” (remixata da PMT) si tocca il big-beat tipico del Regno Unito, analogamente a “Pure & Free” con la quale si tange ancor più da vicino il sound alla Fat Boy Slim ornato da un’immancabile spruzzata di TB-303. E’ forse tempo di acid-beat ??

-FRIVOLOUS “Xxx E.p.” (Proptronix): il nome del canadese Daniel Gardner alias Frivolous è emerso vistosamente nel 2004 grazie all’album “Somewhere In The Suburbs” (su Karloff) che si pose come una delle valide alternative alla ormai diffusa microhouse. Basslines cavalcanti abbinati a ritmi sporchi e vocals vintage fanno di “Xxx” un extended play di buona fattura, non rivolto ad una grande platea ma carico di quella voglia di stupire che a mio avviso manca in molte delle recenti produzioni minimali. Quattro le versioni per “Kisses”, tutte post-moderne ed intrecciate con patches jazz e country. Il puzzle si ritrova anche nella copertina realizzata attraverso celebri opere di Roy Lichtenstein.

-GOOD GROOVE “Come On!” (Multicolor Recordings): vincitore di un gold-award grazie ad un remix confezionato per 2 Raumwohnung, Klaus Löschner alias Good Groove (ideatore dell’omonima piattaforma) torna su vinile dopo un periodo di silenzio. Lasciandosi affiancare da Tyree Cooper e Stashrider realizza “Come On!”, un allegro e solare tracciato tech-funk-house che non dimentica l’acid, sequenze 80’s e varie patches retro mentre per “All Night Long” preferisce la collaborazione di Uwe Giegler aka Yapacc, già conosciuto per progetti paralleli come Narcotic Syntax (su Perlon) e Studiogemeinschaft (su Trapez Ltd). Il risultato è un lungo drum-programming che ricorda, per certi versi, lo stile di Cadenza ed Arm, forse lievemente velocizzato e trasportato verso scenari techno.

-JAMES MOWBRAY & D.RAMIREZ “The Day Hip Hop Died” (Four:Twenty): il bravo James Mowbray, dopo il progetto The Phony MC’s (su Choo-Choo), si ributta in studio (con D. Ramirez) e tira fuori un inno progressive-electronic che potrebbe accompagnarci durante l’autunno. L’andatura è ciclica, i suoni sono ipnotici e non disdegnano gli influssi techno. La pausa, a 3/4 della stesura, spinge fuori tonalità lontane che, abbinate a strobo e smoke-machines, contribuiranno nel creare atmosfere uniche.

-RYUKYUDISKO “Ryukyudisk O Tech” (Platik): scoperti e lanciati da Takkyu Ishino nel 2004, i fratelli (gemelli) Tetsushi e Yosuke Hiroyama alias Ryukyudisko rilasciano il primo album per il momento disponibile solo sul territorio nipponico. Il lavoro, racchiuso in un colorato digipack con stickers annessi in puro e spassionato stile giapponese, ingloba una nuova techno ravvivata da elementi patriottici (melodie e suoni tipicamente orientali) alternata a spunti detroit. Il livello, come sempre, è alto per la musica proveniente dall’estremo Est.

-FRANCISCO “Music Business” (Nature): dopo aver militato per anni nei progetti Mat 101 e Jolly Music (con Mario Pierro), Francesco De Bellis alias Francisco è pronto col primo album da solista. “Music Business”, edito dalla Nature in cd e doppio vinile, fu anticipato lo scorso inverno dal singolo “Esplanade ’97” (che si avvalse del contributo vocale di Adam Bourke, componente della band ska Sorciverdi) e si presenta come un lavoro completo che batte la strada dell’electro-funk spesso intersecata da techno ed house old-school. Discofunk ed atmosferere retro s’infilano in undici tracce (tra cui le già conosciute “Esplanade ’97” e “Moonroller”) seguite dalle contagiose “Malinco”, “Filmissimo”, “Fits”, “80 Voglia” ed “House Pigna”, tutti simboli di un sound iperpersonale che da anni trova, tra le mura della Nature, la maniera giusta per esporsi, con successo, al mondo intero.

-KEAN SANDERS “HaDisko” (Dekathlon): virando verso sonorità techno e lasciando in disparte esperimenti electro (in primis quelli del nipponico Mutron) la Dekathlon accoglie nel suo roster Kean Sanders, reduce di trascorse esperienze su labels come Klirfactor, Sys, Electrogrill, Kosmo, Kittball e Sillyspider. I due pezzi, “HaDisko” e “Real Fukkers”, ricordano molto le composizioni selvagge di John Starlight, influenzate da una techno minimale e ciclica. Ideale per i clubs frequentati da un pubblico che desidera lasciarsi lacerare i timpani da trivelle electro-techno.

-SULPHURIC SALIVA “No Opportunity In Standard Experiences” (Discordian): dopo aver inciso due album con la UWE di Laurent Hô e Manu Le Malin, il progetto Sulphuric Saliva sbarca su Discordian, giovane label di Grenoble che si dimostra più che coraggiosa nell’acquisire un progetto non propriamente legato al segmento dance. Lo stile dei 15 pezzi ricorda infatti le distorsioni di Fred Bigot alias Electronicat abbinate a ritmi concitati e fragorosi. Il cd 2 è un bonus di tipologia ambient firmato con lo pseudonimo Triatoma che potrebbe raccogliere consensi solo da un pubblico preparato.

-DAVE DK “This Is Not A Problem” (Mood Limited): il bravo producer, che si è guadagnato la stima dell’Europa intera grazie ad un paio di e.p. sulla Television e ai remix realizzati per “Banana Man” di Maral Salmassi ft. Ascii Disko e “Tell Me” di Brotherhood & Fengari, riappare con una doppietta sulla Mood Limited di Berlino. Entrambe le tracce sono inequivocabilmente influenzate dal low-fi che si mischia bene a ritmiche minimal-house. In “Jus Suckers” però i grooves sono a mio avviso sin troppo semplicistici e prevedibili.

-HEIKO LAUX “Spread” (Kanzleramt): dopo un periodo di pausa, Heiko Laux ritorna sul mercato discografico con un interessante progetto che riassume i momenti salienti della sua carriera da producer. La collection racchiude dieci pietre miliari estratte dalla sua ricca discografia: tra queste “Every Thought Is Evolution”, “Sun City”, “Five” e “For Girls And Boys” firmata con lo pseudonimo HLX. La techno di Detroit rivista in chiave deep.

-AA.VV. “My Definition Of House” -Part 2- (International Deejay Gigolo): secondo episodio per la saga ideata da Dj Hell che prende il nome dal suo storico disco pubblicato nel 1992 su R&S. Due i pezzi che ci catapultano nei giorni in cui la house emetteva i primi vagiti: “The Beginning Of Life” di Mike Perras, pubblicato dalla Bassic Records nel 1991 e “Rise From The Grave” di Phuture, il trio formato da Dj Pierre, Spanky ed Herb J. Nuovi per i giovani, belli da riscoprire per i più grandi.

Electric greetz

DJ GIO MC-505

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