Vi siete mai chiesti perché la situazione in Italia a livello di clubs/discoteche/disc-jockeys, ma soprattutto musica è alquanto precaria??? Ci sono diversi modi ed interpretazioni che possono rispondere a questa domanda, io cercherò di esporvi quello che a me sembra il più reale, anzi lo è.
E’ significativo ed importantissimo elencare/esporre 3 fattori, o per meglio dire, insiemi fondamentali, che costituiscono l’organigramma base del così detto mondo della notte (ridicolissima dicitura oltre tutto):
a) La struttura
b) L’organizzazione (di un locale)
c) La musica
Partirei proprio da quest’ultima che reputo la più importante!
La musica è veramente un grandissimo problema; in Italia ai nostri valorosi dj’s (quasi tutti, pochi se ne salvano) fai suonare di tutto purché non sia musica di un certo impegno.
Cercherò di essere più chiaro. In quanti locali/discoteche etc… avete mai sentito “techno” o comunque “house” (per house intendo quella trancey, insomma non i soliti cantatini o tribalini stupidissimi o funkettini smongolati) suonata o proposta ad un certo livello?
Per livello intendo ovviamente laddove vi è un attimo di ricerca. E non mi si venga a dire che la ricerca sono i dischi messi rallentati a 33gg oppure accelerati a 45gg, o in un caso ancora più allucinante dove il dj appena terminato di suonare esce dalla consolle se ne và al bar, e al primo che lo saluta racconta di aver suonato le più incredibili varianti con i nomi più sparati tipo Hypno rotation, Funky spiritual o techno import – conscio del fatto che i dischi appena messi erano semplicemente dischi convenzionali, magari la versione sul retro (poco conosciuta) con tanto di copri centrino nero così non si vedono nemmeno i titoli. Ehhh una figata!!!
E’ ora di smentire categoricamente la leggenda del disco difficile sulla pista, la gente che balla non è ignorante, c’è però un certo interesse da parte degli addetti ai lavori, a mantenere una spiccata ignoranza nel “people” in modo tale che loro stessi non debbano faticare più di tanto nel mantenere la pista piena.
Sono del parere che determinati professionisti potrebbero mettere un po’ più di impegno, altrimenti lascino la strada libera a coloro che questa professione la esercitano ancora con il cuore.
Il vero problema è che ognuno fa quello che vuole, e questo è un sacrosanto diritto in un paese come il nostro, l’importante però è saper distinguere la professionalità dalla pagliacciata, cosa alquanto fraintesa qui da noi; è tutta una storia di comodo, e intanto la musica va a farsi benedire. Nessuno nasce disc-jockey e quindi non si può pretendere che le persone sappiano tutto o quasi sulla musica, ma se il dj per primo si sforzasse di proporre sonorità un’attimino più interessanti nelle discoteche dove lavora, cercando anche, perché no, di fare un po’ di cultura, senza tutte quelle paure di perdere il posto di lavoro (un po’ di coraggio, e meno “water” a portata di mano) allora io credo anzi ne sono certo che anche in Italia i nostri 4 o 5 clubs con le palle li avremo tutti con tanto di vanto ed orgoglio.
Un’altra grandissima rogna è costituita dalla mancanza di strutture valide ad ospitare musica di una certa qualità, e per strutture mi riconduco alle sale da ballo con impianti adeguati. Difficilmente mi sono esibito in locali dove ho trovato un impianto congruo alla mia musica “elettronica”, per congruo intendo in potenza e fedeltà.
Per chi non ne fosse a conoscenza fa meno male alle nostre orecchie un impianto molto potente ma pulito nel suono che uno in distorsione ma di potenza insufficiente. Questo è difficile da far capire ai gestori che preferiscono a rinnovo locale l’effettuccio carino o il salottino di moda e trascurano come al solito la cosa più importante e cioè il Suono.
Tutto questo discorso và inquadrato nelle nuove norme a livello decibel ricordando che un impianto in distorsione è come un mitra, ti sega le orecchie.
Per quanto riguarda la parte organizzativa di una discoteca, io credo che bisognerebbe tornare ai metodi di lavoro già esistenti negli anni’80 – quando in discoteca ci si andava per due motivi fondamentali ed istintivi: la musica e le donne! Oggi non è più così, si và in disco perché il PR o il “gruppo” ci và, tralasciando l’importantissimo fatto che ad ognuno di voi è stato dato in dotazione un cervello quindi …usatelo!!!
Voglio dire in definitiva che a decidere nel vostro divertimento deve essere la vostra testa e non quella degli altri, questo farà in modo che voi per primi siate in grado di capire/valutare se una situazione è buona oppure no, ma soprattutto ci aiuterete nel cercare di portare avanti quella meravigliosa e fantastica emozione che è la Musica Elettronica.
Tratto da “Pensieri & Realtà”
di J.P.ENERGY